IL DELITTO
“Death of marat” 1907 Edvard Munch
di Michele Mirizzi
CAPITOLO I
Il dott. Lavera si alzò di scatto dalla sedia, rivolse lo sguardo verso la moglie che era sedute insieme alle sue amiche a pochi metri da lui e disse: Signori io sono favorevole al nuovo regolamento condominiale..” L’intera assemblea si zittì, il tempo sembrò fermarsi e tutti rimasero immobili. Infatti il dott. Lavera era all’interno di quel condominio il più acculturato, l’unico laureato, il nemico storico dell’odiato amministratore di condominio, ovvero il ragioniere Franco Navarra. Dopo questa affermazione il volto di Navarra si fece sorridente e i suoi piccoli occhi brillarono di luce propria. Pochi minuti dopo l’assemblea condominiale si concluse con l’approvazione all’unanimità del nuovo regolamento e tutti andarono via mesti e tristi. Rimasti soli la sig. ra Lavera si rivolse la marito: Perché ? perchè Ti sei espresso a favore di quella merda di Navarra? Dimmi tesoro…e rimase con lo sguardo ed il volto fissi verso il volto del marito in attesa di una risposta. Lui la guardò negli occhi, le accarezzò il viso e con una voce dolce e delicata disse: E’ un buon regolamento ed io sono per le cose buone.. La serata passò in silenzio in casa Lavera esclusa la solita telefonata della figlia Annalisa che, come al solito, alle 21.30 chiamava i genitori da Milano dove studiava.
Paolo non era andato alla riunione di condominio con i genitori, cosa che invece faceva negli ultimi tempi dato che era al terzo anno di giurisprudenza, ma era rimasto a casa perché, dopo lo studio, voleva vedersi su netflix la serie Black Mirror. Quando i genitori rientrano dalla riunione condominiale e riferirono ciò che era successo, dopo aver messo pausa, disse: Domani vado a parlare con il dott. Lavera così mi spiega cosa è successo. Poi avevo ripreso a rivedere la televisione, dato che i suoi genitori avevano assunto una espressione molto più tranquilla di quella di quando erano rientrati.
Maria si era separata da poco ed era stata costretta a partecipare alla riunione di condominio, cosa che invece faceva sempre il marito. Si era fidata di quella che aveva detto il dott. Lavera, ripetendo ciò che sempre faceva il marito. Rientrata a casa si era preparata una tisana, forse soffriva di una leggera forma di agorafobia, e si era racchiusa sul divano con la sua coperta a vedere un film su Sky. Infine, preda del sonno, si era diretta tipo zombie verso la camera da letto dove era crollata in un sonno profondo.
Lorenzo si ritirò presto perché l’indomani doveva partire per Roma, una riunione di lavoro, ma nel portone aveva notato un insolito silenzio, la riunione di condominio si era conclusa presto e ciò gli era sembrata strano dato che gli scontri Lavera- Navarra erano epici ed ormai sfioravano la leggenda. Avrebbe voluto informarsi, ma data l’ora, pensò che l’indomani, dopo essere atterrato a Roma, avrebbe chiamato Lavera per delucidazioni.
Annamaria era rientrata a casa tardi, il lavoro di medico legale era ormai l’unica ragione della sua vita, dato che il compagno di una vita l’aveva scoperta a letto con l’avvocato Schigani. Lei aveva vissuto la cosa con un grande senso di colpa, aveva paura di avere una malattia legata al sesso, ma ormai era troppo tardi. L’avvocato, quarantenne di bell’aspetto, raggiunta la meta, l’aveva abbandonata ed era scomparso, così come il suo compagno, schifato dal quel tradimento. Annamaria bevve il suo solito bicchiere di latte caldo e sprofondò solitaria a letto.
Rosaria, procace single quarantenne, si era annoiata di avere una relazione con un amministratore di condominio che non la sposava mai e poiché ancora una volta Franco Navarra era andato ad un’altra riunione di condominio, si era decisa ad uscire con Luisa e Pina le sue amiche del cuore per una pizza farcita di pettegolezzi e risatine. Quando il cellulare squillò indicando “FrankAmore” lei rimase sbigottita dall’orario. Rosy amore dove sei ? una volta tanto finisco presto e tu non sei in casa? Dove sei? Con chi sei? Rosaria scoppiò una grassa risata dettata sia dalla evidente gelosia del compagno sia dalla compiaciuta consapevolezza che Franco ci teneva a Lei. Amore mi stò facendo sbattere da due congolesi e le mie amiche mi stanno fotografando, ti passo Luisa…e passò il telefono a Luisa..Franco tranqullo Rosy sta mangiando una pizza con noi da Gigino, ci raggiungi? Franco prima rimasto colpito dalla frase della sua Rosy poco edificante rispose compiacuto..Luisa divertitevi ma non fate tardi..salutami quella ninfomane di Rosy…
Alessandro uscì sul suo enorme balcone all’ultimo piano della palazzo ubicato di fronte a quello della riunione di condominio. Vi era una differenza enorme tra i due stabili. Quello dove risiedeva Alessandro era nuovo, super tecnologico, garage interrato con ascensore che arrivava fino al detto garage, impianto di energia solare. Altresì Alessandro, aveva trasformato il suo appartamento in una reggia superaccessoriata dove la domotica regnava sovrana. Alessandro appena sul balcone si accese la sua canna di erba e si diresse al parapetto, non voleva lasciare alcun odore nell’abitazione. Notò le luci degli appartamenti dello stabile di fronte accesi…i poveri hanno finito presto la loro squallida riunione di condominio..poveri…Infatti Alessandro non partecipava alla riunione del suo condominio, ma al suo posto andava il suo avvocato (lo pago profumatamente…) e sorrideva sempre quando per strada sentiva parlare degli scontri Lavera-Navarra. Finita la canna, rientrò nell’appartamento dove sul divano c’era ad attenderlo Argo il suo Weimaraner. Squillò il cellulare ed Ale rispose…Ale sono Gianni domani sera siamo stati inviati dalla quella zoccolona di Ilaria ad una cena a casa sua..lei è a caccia dopo che Saverio l’ha mollata e quel coglione del marito non se la riprende..Vieni? Gianni era ed è il compagno di baldorie di Alessandro, l’amico di sbornie e di droga, ricco come lui e come lui non per meriti personali ma per eredità lasciata da genitori che avevano lavorato una vita riscuotendo successi economici non indifferenti. Dalla Ila si mangia bene, le sue amiche sono più zoccole di lei, i maschi tutti babbioni, certo che vengo, domani si scopa caro Gianni.., ma Tu non dimenticarti la Dama Bianca.. Certamente da Ilaria la cocaina non sarebbe mancata, ma avere la propria riserva non era male.
Carlo abitava nell’appartamento sotto quello di Alessandro, ma erano due persone completamente opposte. Infatti Carlo era alto biondo e con gli occhi grigi, ma era anche un grande studioso. Infatti mentre Alessandro si fumava la canna sul suo splendido balcone, Carlo era seduto avanti alla scrivania scrivendo l’ultimo capitolo del suo saggio “i lealisti americani nei caraibi dopo la guerra d’indipendenza”, il cui argomento, almeno in Italia avrebbe interessato massimo dieci persone. Invero anche i titoli degli altri saggi di Carlo, tutti di carattere storico, erano particolari: come non ricordarsi “La effimera Repubblica del Ponto” e “il mistero di Upingtonia in Namibia”?. Poiché la finestra vicino alla scrivania era aperta, assaporò l’odore della marijuana e ciò lo portò a rivolgersi al frigorifero da dove prelevò la sua amata bottiglia di coca-cola.
Era ormai notte inoltrata e tutti nella zona dormivano, la luna illuminava quei tratti della strada malserviti dalla pubblica illuminazione ed un silenzio quasi irreale pareva aver circondata l’intera zona.
Miriam era eritrea, ma nata in Italia ed era considerata una bella ragazza con quei capelli ribelli sempre racchiusi da improbabili fasce dai colori sgargianti. Lavorare da Alessandro era un lavoro comodo; infatti alle 8.00 la casa era silenziosa ed il signor Alessandro non si svegliava prima delle 10.00 per cui per due ore lei lavorava in pace senza quel nullafacente in giro. Mise in ordine il bicchiere lasciato nel salone, mise in ordine il detto salone e stese le robe che aveva messo nella lavatrice sabato. Paolo si preparò il caffè ed andò sul balcone per fumarsi la sigaretta propedeutica per i suoi bisogni corporali mattutini. Maria si preparò in fretta e furia per correre all’Ispettorato del Lavoro, dove lavorava come segretaria, si vestì con i suoi soliti abiti che non rendevano giustizia ad un corpo ancora piacente si dimenticò come al solito le chiavi della macchina dopo aver chiuso casa e volò verso la macchina. Annamaria non aveva alcuna voglia di svegliarsi e neanche la telefonata della sua amica Nicoletta era riuscita ad allontanarla dal letto. Avrebbe voluto avere la colazione a letto e tante coccole, ma era sola e quindi pensò bene di rimanere a letto.
La sig. ra Lavera, da quando la figlia Annalisa era andata a studiare a Milano, dormiva in camera della figlia, anche perché il marito ormai russava in maniera impressionante. Si era svegliata, come al solito, verso le sei ed aveva chiamato, come al solito, la sorella Rosa con la quale aveva discusso dei programmi televisivi della sera precedente sorseggiando il caffè. Poi aveva fatto il bucato ed era andata in bagno per lavarsi e vestirsi; infatti aveva decisa di andare al fruttivendolo dato che aveva desiderio di mandarini. Quando alle 9.30 notò che il marito ancora dormiva entro in silenzio nella stanza, alzò piano piano le taparelle ed emise un grido impressionante. Il dott. Lavera aveva gli occhi e la lingua di fuori..era morto. Il grido fu impressionante e tremendo e la sig. ra Lavera quasi svenne, tanto vero che si appoggiò alla ringhiera ai piedi del letto, subito dopo squillò il campanello…era la sig. ra Lina, la vicina di casa, che dopo il tremendo grido aveva capito che c’era qualcosa che non andava …. Lina entrò trascinata dall’amica nella stanza da letto e vide il corpo senza vita del dott. Lavera, ma notò anche un bigliettino sul comodino; con circospezione si avvicinò al biglietto..ho resistito tanto..ora mi sono arreso…lesse e si voltò verso l’amica, ma lei si era allontanata, non riusciva a vedere il corpo del marito. Le due si rincontrarono in cucina, mentre fuori dalla porta si sentiva che c’erano tante persone..Lina non perse tempo, aprì la porta ed invitò qualcuno a chiamare il 118, poi chiuse di scatto. Si avvicinò all’amica e Le chiese chiarimenti su quel bigletto, ma la sig. ra Lavera era in trance, non rispondeva e si sedette in cucina con lo sguardo fisso nel vuoto. Allora Lina prese coraggio e chiamò il 113.
Rosaria si era svegliata verso le 9.00, ben sapendo che Franco alle 8.00 era andato a correre, cosa che faceva da quasi un anno per non ingrassare. Lei era felice di ciò, stare con un amministratore di condominio ed anche grosso era veramente troppo. Dopo il caffè e le solite faccende, si lavò e si vestì, molto sobriamente, ed andò a fare la spesa. Tornò verso le 10.30, ma né Franco era in casa né aveva mandato un messaggio per comunicarli i suoi movimenti. Non provò a chiamarlo..(si faccia sentire lui se vuole mangiare a mezzogiorno) ed iniziò a cucinare, mentre la radio, appena accesa, diffondeva musica italiana. Alle 12.00 Rosaria non c’è la fece più..chiamò al cellulare il compagno, ma il telefonino faceva subito scattare la segreteria telefonica e, pertanto, ancora di più innervosita, spese la radio ed accese la tv sedendosi comodamente sul divano, dove si assopì.
In attesa dell’ambulanza e delle forze dell’ordine la sig. ra Lina, ormai padrona di casa Lavera visto la stato confusionale dell’amica, fece entrare sono il giovane Paolo che, come aveva visto in tanti film, chiuse la porta della camera da letto e provò a confortare la sig. ra Lavera. Infatti il marito aveva un affetto speciale per quel ragazzo studioso ed educato e dialogava spesso con lui.
L’ambulanza arrivò dopo un abbondante quarto d’ora ed i sanitari constatarono la morte del dott. Lavera, ma rimasero sconcertanti sulla causa ed attesero le forze dell’ordine.
Intanto intorno all’edificio dove era morto il dott. Lavera si erano radunati sia gli abitanti dello stabile, sia i vicini. Annamaria risvegliata dal baccano finalmente si era alzata, si era coperta ed era andata alla finestra. La stessa cosa fece anche Carlo che aveva quasi finito il suo saggio. Anche Miriam sera uscita sull’ampio balcone ed aveva notato l’assembramento. Solo Alessandro dormiva ancora..Finalmente giunse la volante della Polizia dalla quale uscì l’Ispettore e con i due agenti si diresse, tagliando la folla ormai radunatasi, verso l’appartamento del dott. Lavera.
CAPITOLO II
Sul pianerottolo di casa Lavera ormai si era radunato tutto lo stabile ed i due agenti ebbero il loro da fare per liberare il pianerottolo, mandare a casa le persone così da far passare l’Ispettore. La sig. ra Lina aprì la porta e fece entrare l’Ispettore. Ora in casa vi erano il morto, la moglie, il vicino Paolo, i due infermieri ed il dottore e la mitica sig. ra Lina. Improvvisamente squillò il telefono di casa e l’Ispettore rispose..Pronto sono il sig. Lorenzo posso parlare con il dott. Lavera?…sono l’Ispettore Lavermicocca il dott. Lavera è morto, ma lei chi è?…oh mio Dio..no..sono un vicino e volevo sapere le decisioni di ieri prese nella riunione condominiale..mi scusi..Prego..L’ispettore chiuse il telefono e chiese di vedere il cadavere invitando il dottore a seguirlo.
Carla, Mimma e Daniela erano tre single sui quarantenni che ogni mattina andavano a correre per mantenersi in forma ed andavano a correre tutte insieme sia per amicizia che per paura, dato che alle 6.45 non è che cammini tanta gente ed i balordi abbondano. Erano arrivati a Pane e Pomodoro che normalmente era il loro punto d’arrivo, ma quella mattina si sentivano in forma e decisero di arrivare fino alla fine della spiaggia dove il piccolo canalone divide Pane e Pomodoro da Torre Quetta. Saltellarono per due minuti avanti al bar di Pane e Pomodoro e ripresero la corsa; erano quasi arrivati al canalone, quando Mimma emise un grido..per terra vi era il cadavere di un uomo. Carla, da buon avvocato, prese subito il telefonino e chiamò il 113.
Il telefonino di Annamaria squillò e dalla finestra dalla quale era affacciata verso lo stabile dove viveva il dott. Lavera fece una corsa per rispondere dato che lo aveva lasciato a caricarsi sul comodino in camera da letto. Dottoressa, la questura di Bari, buongiorno, si metta in prellarme..è stato scoperto un cadavere a Pane e Pomodoro, non ancora identificato, potrebbe servirci il suo intervento per comprendere le cause del decesso, grazie…Ok attendo Vostre..Pertanto Annamaria si buttò sotto la doccia, si mise il suo tailleur professionale e le chiavi della macchina e scese in strada. Lì noto oltre autoambulanza anche la volante e chiese informazioni. Il dott. Lavera era morto, ma la morte sembrava strana ed i componenti del 118 avevano chiamato la Polizia. Annamaria pensò che ci sarebbe stato un gran lavoro quel giorno, ma il telefonino squillò nuovamente..Dottoressa la attendiamo a Medicina Legale per l’autopsia dello sconosciuto..Arrivo..ed andò a prendere la macchina in garage.
Nel corridoio che porta alla camera da letto del dott. Lavera l’Ispettore notò un ripiano pieno di libri.. Vak. La parola primordiale. Quattro saggi sui Tantra di Pio Filippani Ronconi nonché Yoga, meditazione, magia di Massimo Scaligero, oltre che Il cammino del cinabro che dei tre autori era l’unico che conosceva dato che Evola era uno dei filosofi prediletti del suo amico Michele. La stanza da letto dove c’era il cadavere era sobria e decorosa, il morto era disteso sul letto con la testa appoggiata al cuscino, la lingua di fuori e gli occhi completamente aperti e quasi fuori dalle orbite. Sembra come se è stato strangolato dottore..esatto Ispettore da una prima analisi sembra così..e chi è stato? Non mi sembra che la moglie sia così forte da poterlo farlo anche se dormiva..e non ci sono segni di effrazione…ecco perché vi abbiamo chiamato..mi sembra obbligatoria l’autopsia….ma l’Ispettore notò anche il foglietto sul comodino ..ho resistito tanto..ora mi sono arreso…e guardò il dottore…chiamò a gran voce l’appuntato e chiese di chiamare la scientifica.
Alessandro si svegliò come al solito dopo le 10.00, chiamò Miriam per richiedere il caffè e si buttò sotto la doccia storpiando in maniera volgare le canzone che aveva in mente ridendo da solo. Si infilò un jeans ed una maglietta ed andò in cucina dove ad attenderlo c’era Miriam con caffè ed il solito toast. La finestra era semiaperta ed il brusio che veniva dalla strada a seguito dell’assembramento provocato dalla morte del dott. Lavera Attirò l’attenzione del ragazzo..Ma cosa succede per strada? Cos’è questa caciara? E Miriam lì comunicò che di fronte vi erano l’ambulanza ed una volante della polizia, forse era successo qualcosa. Ad Alessandro non interessava tutto ciò, tanto vero che andò a prendere il proprio telefonino e si buttò in salone a fare un giro di telefonate propedeutico per la serata che era l’argomento in cima alla lista dei suoi pensieri.
Carlo, colpito da tutto questo baccano, pensò bene di scendere ed andare al supermercato dato che la coca-cola era quasi finita. Usci dal portone e vide nel marciapiedi di fronte la folla di curiosi avanti al portone dove abitava il dott.. Lavera e lì apprese della morte dello stesso. Una brava persona pensò tra se, ma fatti pochi passi in direzione del supermercato notò sul marciapiedi una bruciatura mai vista prima; si avvicinò e notò che sembrava come di zoccolo di qualche animale..uscì il cellulare e la fotografò, poi, a passo spedito, si avviò verso il supermercato. Notò immediatamente che il solito ragazzo di colore sempre gentile e premuroso non c’era, ma appena fuori all’entrata notò con stupore la presenza di un uomo tutto vestito di nero con quella felpa con cappuccio che copriva il viso; la figura lo inquietava, ma doveva passare davanti a lui per entrare al supermercato e quindi accelerò il passo. Giunto all’altezza del losco figuro, sentì che quest’ultimo pronunciò una frase Eosforo vince sempre…si girò per guardare il tipo, ma vicino a lui non c’era nessuno..ebbe un brivido di paura ed entrò di corsa…
Ormai erano le 14.00 la polizia scientifica lavorava a casa del dott. Lavera ed Annamaria aveva quasi finito l’autopsia sullo sconosciuto trovato a Pane e Pomodoro. Rosaria si svegliò improvvisamente e si accorse che aveva dormito due ore sul divano di casa..erano le 14.00 e di scatto si fermò pensando di trovare Franco ad armeggiare in cucina, ma vi era solo il silenzio. Riprovò sul cellulare del compagno che squillò finchè non si inserì la segreteria telefonica. A questo punto si agitò e chiamò Pinuccio il fratello di Franco, il quale non aveva notizie del fratello dal giorno prima. Ancora di più in agitazione la poveretta chiamò la polizia denunciando la scomparsa di Franco Navarra.
Annamaria e Pinuccio dopo appena un’ora dalla telefonata in Questura erano già all’ubitorio e tragico fu il riconoscimento di Franco Navarra.
L’indomani mattina tutto lo stabile era in agitazione, erano morti il dott. Lavera e l’amministratore di condominio nella stessa notte e dopo che, dopo anni di battaglie, erano finalmente d’accordo su qualcosa. Il più agitato era Paolo, dato che dopo aver visto il cadavere del dott. Lavera aveva letto sul giornale della strana morte di Navarra. Notando lo stato di agitazione del figlio, la mamma di Paolo chiese al figlio di accompagnarla al supermercato ed il ragazzo accettò pensando che una boccata d’aria lo avrebbe distratto. Giunti all’entrata del supermercato anche Paolo vide un uomo tutto vestito di nero con quella felpa con cappuccio che copriva il viso che quando la madre entrò e lui andò a prendere il carrello della spesa si avvicinò…Illuminati dalla Stella del Mattino..o no? Paolo si girò di scatto, ma non vide nessuno.
Maria finalmente, dopo una dura giornata di lavoro, parcheggiò il proprio mezzo nelle vicinanze di casa e si avviò al supermercato per comprare qualcosa da mangiare per la sera. Chiaramente l’argomento più discusso da tutti al supermercato era la morte del dott. Lavera, ma vera news anche quella dell’amministratore Navarra. Maria fece finta di prestare attenzione e sia avviò all’uscita stanca e meditabonda sulla sua condizione di separata senza figli e di come, dopo ormai tanti mesi, non aveva reagito magari uscendo di più e riprendendo una vita di relazioni. Arrivata a casa, sistemata la roba in cucina, di diresse verso la camera da letto dove si spogliò e rimanendo in reggiseno e slip si guardò allo specchio..certo i capelli erano da lavare e le sopraciglie da sfoltire, ma di corpo Maria si piacque, il seno era ancora sodo, non aveva allattato, ed il sedere resisteva alle merendine mattutine. Si rallegrò non poco e pensò che forse era giunto il momento di alzare la testa, non certo di fare la zoccola, ma di curarsi di più e di uscire più spesso accettando gli inviti delle colleghe e guardandosi attorno. Sulle tv locali le principali notizie erano la morte in contemporanea di Lavera e Navarra, ma stasera Maria non voleva sentire parlare di morte, non voleva vedere film mielosi d’amore che la facevano piangere e quindi iniziò a programmare l’indomani con parrucchiere ed estetista e telefonò all’amica di sempre Stefania per uscire la sera.
Ore 19.30..finalmente Alessandro è pronto per la serata ed il cellulare squilla con il messaggio di Gianni che è in macchina sotto casa. In ascensore ultima occhiata al look e poi di corsa nella macchina dell’amico con primo pippotto al volo e si parte per il centro e casa di Ilaria. Esaltati in due ragazzi lasciano la macchina nel garage all’angolo di casa dell’amica e si annunciano al citofono. Ad aprire la porta di casa la vecchia cameriera di colore, e poi lo scintillio della serata. Tante separate milf sempre più improbabili e botolinizzate, qualche coppia giovane di arrampicatori sociali, qualche coppia di mezz’età con lei pronta al tradimento. Saluti, bacini, risatine per una oretta e poi si apre il buffet, ma mentre tutti si lanciano sul tavolo dove e sistemato il predetto buffet, Alessandro e Gianni, alla chetichella raggiungo il bagno per il secondo pippotto della serata, ma la voce di Ilaria li blocca: e non si offre niente alla padrona di casa ? e dietro di lei compare anche Franca, dal viso deformato dal botulino, ma con un seno rifatto come si deve..Prego signore…e nel bagno oltre alle piste di coca si consuma anche un sesso orale di gruppo…La serata così riprende con musica di sottofondo, qualche coppia di anziani che si ritira e quattro separate milf pronte a tutto..Gianni vorrebbe proporre una sana e definitiva orgia, ma la presenza di Mimmo e Gabriella frena l’annuncio; infatti lui è un giovane avvocato tutto fumo e niente professionalità, mentre lei è titolare di una agenzia di viaggi e non sono dediti alla cocaina. Ilaria prende con sé Gabriella e con una scusa la porta fuori al balcone..Cara non vorremmo staccare gli ormeggi, ma Tu e Mimmo non credo che siete della partita ?..Scusa Ilary che vuoi dire?…Beh con qualche additivo vorremmo far cadere i freni inibitori e divertirci..hai capito ?.. Ora ho capito ed io vorrei essere della partita, ma Mimmo è così retrogrado e geloso..ok andiamo via, ma mi prometti che organizzi qualcosa per me ?..Certo bella mia..I due vanno via e dopo una “sciata” generale il salone di casa di Ilaria si trasforma in una orgia romana……..
L’Ispettore Lavermicocca era nella sua stanza in Questura e visionava le foto di Lavera morto nel letto e di Navarra steso sulla spiaggia di Pane e Pomodoro. L’autopsia di entrambi avrebbe chiarito la morte degli stessi, ma non la strana correlazione tra la morte di due persone che si erano scontrate tutta la vita e che l’ultima sera della loro vita si erano trovate d’accordo..squillò il telefono..Ispettore carissimo.. Hei cretino come stai?..era l’amico Stefano l’unico vecchio amico, oltre Michele, con cui aveva mantenuto i rapporti..Ispettò domani calcetto? Almeno Ti distrai un po’ dalle schifezze del Tuo lavoro..A che ora? Domani ci sono.siamo i soliti?…Claro che si mio amigo…Per fortuna c’erano i vecchi amici a distrarti da una lavoro dove morte, cattiveria, violenza erano all’ordine del giorno..poi arrivò un messaggio…dormi da solo mandingo? Tua porcellina…era Susanna la ragazza incontrata e scopata un mese orsono con la quale intratteneva solo un rapporto di tipo sessuale e godereccio che conveniva ad entrambi super impegnati nei loro rispettivi lavori. L?ispettore sorrise compiaciuto data tanta schiettezza e rispose..dove e quando? Accettando la proposta indecente..
Carlo si era rinchiuso in casa dopo tutto quello che era successo, la bruciatura sul marciapiede..Eosforo..il tipo strano. Subito con wikipedia scoprì che Eosforo significava portatore di luce, come Lucifero..oibò il demonio e che significava Eosforo vince sempre ? e lui cosa c’entrava? Automaticamente andò a chiudere a chiave la porta del proprio appartamento e sparse del sale all’entrata della stessa., come aveva visto nel serie televisiva “Supernatural” e decise di non scrivere quella sera, ma di studiare la figura di Eosforo.
CAPITOLO III
Il fior fiore della cavalleria medievale partì per Costantinopoli e Gerusalemme scegliendo la via di Bari. Così nell’ottobre del 1096 scendevano a pregare sulla tomba di san Nicola Ugo di Vermandois, Roberto di Fiandra, Stefano di Blois, Roberto di Normandia, Drogone di Nesle, Guglielmo il Carpentiere e Clarambaldo di Dandeuil. Un mese dopo, ad essi si univano il signore di Bari Boemondo, e il suo nipote Tancredi, entrambi protagonisti del poema del Tasso (La Gerusalemme Liberata). Il noto cronista della Prima Crociata, Fulcherio di Chartres, che era presente, non si limitò a segnalare il passaggio da Bari, ma sottolineò l’omaggio che i cavalieri vollero rendere alle reliquie di S. Nicola.
Aveva sempre il sorriso stampato in faccia quando leggeva queste righe e se ne compiaceva sempre specialmente quando qualcuno lo osservava. Certo che Michele lo conosceva bene dato che quasi quarant’anni prima i due si erano incontrati al convegno “Una città e la sua Storia” con la partecipazione di medievalista di fama mondiale come Le Goof e italiani come Cardini. Avevano fatto quasi la stessa domanda e quindi fuori dal convegno si erano presi un caffè ed avevano scoperto di avere letture comuni e passioni comuni. La conosco ormai la storia Nicodemo, insieme ai quei cavalieri vi era anche il Tuo antenato Mandeo il cui discendente divenne signore di Valenzano..famiglia di crociati normanni ecco perché Tu hai i capelli rossi..hai rotto però con questa storia…Ti offro un thè amico mio? Come mai sei qui? Nicodemo de Mignach era eccentrico, ma estremamente ricco, ma in città in pochi lo sapevano perché dopo l’unità d’Italia la sua famiglia si era allontanata dalla vita pubblica, aveva coltivato i propri affari attraverso dei prestanome ed ora l’enorme impero finanziario ed immobiliare era ufficialmente in mano alla s.p.a. Antiquè, il cui legale era proprio Michele.. Sono qui per invitarti alla conferenza che terrò la settimana prossima per presentare il fumetto di ferro gallico dedicato a Unger Khan, una delle nostre passioni..Certo il barone Roman Nicolaus von Ungern-Sternberg, il nostro caro amico comune, ma certo che ci sarò e mi comprerò anche cinque copie del fumetto sei contento?…Certo Nico, ma cosa stavi facendo che rileggevi questa parte della storia della Tua famiglia ?…Ho deciso di ristudiare l’albero genealogico della famiglia per capire meglio il mio antenato Guiscardo de Mignach..il Barone Nero come mi hai detto vero?…certo ma il soprannome derivò dalla sua propensione per le arti magiche, il lato oscuro della forza..ahahhah..La conversazione durò per un po’ sulla magia nera ed il rapporto tra i de Mignach e la città di Bari, finchè i due si accomiatarono con la promessa di vedersi al convegno.
Carlo nella rete non trovò molto su Eosforo e quindi decise di andare presso la Libreria Roma in Piazza Aldo Moro, forse lì avrebbe trovato qualcosa. Uscito di casa si mosse con fare circospetto tanto da attirare l’attenzione di Paolo che aveva fatto il suo stesso tragitto partendo dalla Stella del mattino. I due si guardarono in faccia, si conoscevano di vista e come una calamita si attirarono e si comunicarono entrambi il loro strani incontri al supermercato. Presa l’autovettura di Carlo i due si diressero in Piazza Moro.
Annamaria aveva comunicato che alle 12.00 sarebbe andata in Questura per comunicare i risultati dell’autopsia di Navarra e quindi si alzò con calma; avrebbe voluto passare un pomeriggio di svago e di shopping, ma in verità voleva dare un senso alla propria esistenza da un punto di vista sentimentale. Infatti dopo aver perso il fidanzato storico ed il toyboy Schigani era giunto il momento di trovare stabilità affettiva, dato che a quella economica ci aveva pensato lei. Si ricordò che venerdì ci sarebbe stata la festa di Giulia, la sua amica, e decise che in quella festa avrebbe trovato l’uomo del suo futuro.
Carla, Mimma e Daniela avevano trovato sia un cadavere, ma anche la loro giornata di gloria, dato che dopo l’interrogatorio in Questura erano state intervistate dalle tv locali all’uscita e le immagini erano state viste da tutte le loro amiche. Le tre, incontratesi al negozio di Daniela, erano occupatissime ai loro rispettivi telefonini a rispondere a tutte le loro amiche circa gli avvenimenti del giorno prima. Mentre le tre signore erano impegnate entrò nel negozio una signora: alta, bionda, elegante che con passo felpato si avvicinò ad un paio di collane etniche lì presenti. Daniela interrupe la telefonata e si avvicinò alla signora la quale abbassò gli occhiali da sole vintage e mostrò alla proprietaria gli splendidi occhi color viola alla Elisabeth Taylor per intenderci. Daniela rimase folgorata dalla bellezza e dal colore degli occhi e non notò la banconota da cento euro che la signora le porgeva. Le prende entrambe? Le devo dare il resto..Non voglio il resto, ma una informazione..Certo Signora mi dica?…conoscete il signor Nicodemo de Mignach?…Carla si avvicinò alla misteriosa bionda..Un mio collega è molto amico la posso far chiamare se le interessa..Certo le lascio il mio biglietto da visita..che uscì prontamente dalla fantastica borsetta e con soave educazione salutò ed uscì dal negozio. Carla lesse ad alta voce il biglietto da visita anticipando la richiesta delle amiche..Dorotea di Alimena, antiquaria, 337212121. Una nobile e bella signora non credete? Daniela che aveva ancora il denaro in mano rispose..Bella? fantastica direi, elegante, raffinata e con due occhi da svenire…Mimma, silenziosa fino a quel momento, intervenne..Dany ma Ti sei innamorata?aahhahha…Carla inviò subito un messaggio a Michele ed i telefonini riprese a squillare e le tre ripresero le conversazioni amicali di prima.
Lorenzo rimasto sconvolto dalla morte del dott. Lavera era tornata a casa in serata da Roma e trovò nella propria cassetta delle lettere tante lettere che posò sul tavolo della cucina. Si docciò e semi nudo si diresse in cucina dove aprì un bottiglia di birra ghiacciata. Una lettera lo incuriosì perché il suo nome era scritto in carattere eleganti e la aprì; era un invito ad un colloquio di lavoro da parte della Sethian Istitute of Tecnology che avendo una sede di rappresentanza a Tecnopolis cercava un rappresentante ed avendo avuto informazioni sulle sue capacità intendeva offrirli un contratto. Lorenzo, rimasto favorevolmente colpito, andò al computer per cercare notizie sulla società, ma trovò solo l’indirizzo di Tecnopolis e nessun sito della società. Senza perdersi d’animo prese l’agenda ed annotò il giorno e l’ora dell’incontro, poi prese la birra ed andò ad accendere la televisione. La mattina si affacciò alla finestra e notò che il giovane Paolo parlava con un ragazzo, ma all’angolo vide una strana figura incappucciata che li osservava. Andò a posare la tazzina di caffè, prese l’agenda e vide che quella mattina aveva solo un appuntamento alle 12.00. Riprese la lettera della sera prima e telefonò per confermare l’appuntamento.
Maria si era presa un giorno di ferie e si era vestita per andare dal parrucchiere. Aveva deciso di tagliare quella lunga chioma nera molto anni 70 e di dare una svolta, voleva farsi i capelli corti a caschetto. In fondo doveva dare una svolta alla propria vita e un nuovo taglio di capelli era sicuramente un buon inizio. Contenta di questa decisione si vestì in tutta fretta ed uscì di casa con passo veloce tanto da sbattere all’angolo contro un ragazzo con una felpa nera ed incappucciato che era appoggiato al semaforo. Mi scusi..disse Maria, ma il ragazzo rispose , Jaldaboth si figuri…Maria rimase colpita dal nome pronuciato che le rimase nella mente. Arrivata al parrucchiere prese il telefono ed attraverso google provò a riscrivere il nome pronunciato…il primo arconte nacque da Sophia, un eone emanato dal Pleroma, che, anziché congiungersi con un altro eone, si congiunse al suo desiderio per il Dio occulto. Da questa unione nacque un essere bestiale con la faccia di leone, Jaldaboth. Qui Jaldaboth, essere indipendente dal Pleroma, iniziò la creazione del mondo materiale e diede vita ad altri arconti, ognuno di loro in forma animalesca, neppure lontanamente simili agli eoni che vivevano nel Pleroma stesso. Ognuno dei suoi discendenti, come lui, aveva la capacità di creare, anche se la non discendenza diretta dal Dio occulto limitava questa capacità. Jadalbaoth regnava supremo sul cosmo, mentre i suoi figli regnavano su ognuno dei cieli…Maria rimase sconvolta che cosa volevano dire queste cose e perché quel ragazzo aveva pronunciato quel nome legato alla gnostica di cui Lei non capiva nulla ? ma i capelli erano più importanti e lasciò stare questo strano incidente.
L’Ispettore Lavermicocca era uscito da casa di Susanna dopo un vera e seria notte di sesso frenato e pensò bene di dirigersi verso il suo monolocale per farsi una doccia, cambiarsi d’abito; la mattina sarebbe stata impegnativa dato che doveva leggere il referto della Polizia Scientifica sulla morte di Lavera ed aveva richiesta il risultato dell’autopsia di Navarra. Era pronto per uscire di casa ormai rimesso a nuovo anche se nei suoi pensieri non c’era il lavoro, ma se continuare questa relazione sessuale con Susanna. Si infilò il casco si mise alla sella del suo 125, si infilò la cuffia nell’orecchio sinistro per rispondere a telefono e si immise nel traffico mattutino per raggiungere la Questura. Squillò il telefono..Ispettore sono l’appuntato Miraglia la dottoressa Desirata Latorre l’aspetta in Procura. Vorrebbe parlare con Lei dei casi Lavera e Navarra. La Latorre? La più rompipalle tra i pubblici ministeri in città, quella che si crede bella ed intelligente, l’ex amica di Michele che lui aveva mandato a cacare perché non le aveva pagato la parcella di una causa che Michele le aveva seguito..che palle..cambiò direzione e si diresse con il muso lungo verso la Procura.
Alessandro era tornata a casa all’alba distrutto da una notte di sesso e cocaina a casa di Ilaria. La canna di erba aveva attenuato gli effetti della coca e si era addormentato quasi alle 7.30. Dopo mezz’ora Miriam era entrata felpatamente in casa ed aveva iniziato a lavorare. Verso le 9.00 era arrivato, anche lui in silenzio, Mao il giardiniere cinese che aveva iniziato a lavorare sul balcone le belle piante che aveva installato da già un anno. Si era accorto che il signor Alessandro coltivava due piante di marijuana, ma poiché pagava bene e sempre puntuale non si era interessato alla cosa. Invero a Mao piaceva molto Miriam, ma la ragazza non aveva mai mostrato alcun interesse per lui. La giornata era soleggiata ed il tiepido vento che spirava rendeva la mattinata veramente piacevole.
Michele dopo la visita a Nicodemo si era diretto verso lo studio; infatti non aveva udienze ed avrebbe letto dei verbali propedeutici alla stesura di una comparsa conclusionale che doveva inviare telematicamente entrò venerdì. La telefonata di Carla arrivò improvvisa..Michelino sono Carletta come stai?..la ormai famosa avvocatessa Carla, colei rinviene cadaveri sulla spiaggia..bene tesoro e Tu?..poco sfottere caro..stamane ero al negozio di Daniela ed una signora ha comprato due collane, ma ha chiesto se conoscevamo Nicodemo; io ho detto che un mio amico lo conosceva, ovvero Tu..Ti mando una foto su whatapp del suo bigliettino da visita..è una antiquaria ed anche una bella donna..occhi viola alla Taylor..ok?…certo riferirò a Nicodemo tranquilla e buon lavoro..Aprì whatapp e vide la foto del biglietto da visita..Dorotea di Alimena, interessante. Arrivò in studio dove subito ricevette una serie di telefonate di lavoro e poi..Michele sono il Tuo Ispettore preferito Ti disturbo?..Caro come stai?..Ti chiamo per due motivi, il primo che devo vedere la Latorre..devo fare il Tuo nome?..ma sei coglione? Povero Te con quella deficiente, ma per le due strane morti di ieri?..eh certo mica perché sono bello!!..sai quella è un po’ ninfomane non si sa mai.ahhaha e poi ?..Ah si che libri sono quelli di Pio Filippani Ronconi e Massimo Scaligero ?…esoterismo credo, ma se mi dici i titoli potrei essere più preciso caro mio…Ok Miky li ho annotati sulla rubrica appena parcheggio te li mando su whatapp..ok?..tutto su whatapp oggi..che si significa?..niente sai una di quelle che hanno trovato il cadavere di Navarra? Beh è una mia amica e collega e stamane mi chiama dicendo che al negozio di un’altra di quella si è presentata una signora che ha comprato della roba ed ha chiesto se conoscevano Nicodemo de Magnach..il tuo amico nobile se non sbaglio vero?..certo che non sbagli, quello ricco che ci ricopre d’oro entrambi..ma tu non sei il legale ?..certo caro mio…Miky fammi sapere dei libri e della misteriosa signora ora Ti saluto..ok a presto Ispettore.. Michele riprese a lavorare ed a leggere i verbali cercando nella sua mente di predisporre lo schema per la comparsa conclusionale. Dopo mezz’ora si ricordò che doveva chiamare Nicodemo…Nicodema donne chiedono di te?..ehi cretino che dici?..è vero una signora che di lavoro è antiquaria cerca Te, forse vuole comprare il Tuo vecchio uccello.ahahha…Ma dici veramente?..certo Nico..conosci Dorotea di Alimena?..una nobile siciliana mi sembra dal cognome..è bella?…Carla mi dice che è favolosa..beh allora mandami urgentemente il suo cellulare..
CAPITOLO IV
Paolo e Carlo finalmente riuscirono a parcheggiare si diressero verso la Libreria Roma sperando lì di trovare risposte alle loro domande; Eosforo e Stella del Mattino non erano argomenti né nei saggi di Carlo né nei libri di Paolo. La libreria era pieni di libri interessanti, dalla magia alla massoneria, allo yoga nonché saggi tradizionalisti. I due ragazzi si buttarono a capo fitto nel cercare di trovare il libro che chiarisse i loro dubbi e la loro ignoranza in materia. Mentre erano in questa affannosa ricerca entrambi notarono una signora, vestita in modo elegante, che li osservava divertita, era alta, bionda, elegante e quando notò che i ragazzi si erano accorti di lei, si tolse gli occhiali da sole, mostrando dei fantastici occhi viola. Paolo rimase abbagliato dal colore degli occhi della signora e come un automa si diresse verso di lei, ma squillò il cellulare della signora, la quale si girò di scatto ed uscì dalla libreria. Pronto sono Dorotea di Alimena, con chi parlo?…Sono Nicodemo De Mignach mi hanno comunicato che mi cercava vero?…Certo quando possiamo incontrarci?…Mi scusa Signora ma l’argomento dell’incontro?….Vorrei consultare alcuni libri della Sua fantastica biblioteca, è possibile?…E’ sicura di trovare quello che cerca nella mia biblioteca? Come conosce i titoli che io possiedo?….La sento diffidente, ha paura delle donne?…No, anzi, dove e quando ci vogliamo incontrare?..Stasera a casa Sua? Mi fornisce gentilmente l’indirizzo? Alle 19.00? Via De Rossi n. 15 ultimo piano…si ferma a cena?…Vedremo..a stasera…Dorotea sorrise e rientrò nella libreria, dove i due ragazzi avevano ripreso la ricerca. La signora si avvicinò a loro…Scusatemi se vi distrurbo, ma vorrei sapere se conoscete un locale dove mangiare pesce qui vicino..I due rimasero ancora una volta sbalorditi dalla bellezza della signora, ma ripresisi dall’abbagliante figura di fronte a loro risposero..Certo..qui vicino c’è la Peschiera si mangia benissimo..E lor signori avrebbero piacere a mangiare con me?..i due risposero in maniera affermativa ed il trio uscì dalla libreria.
L’ispettore Lavermicocca arrivò in Procura, parcheggiò il motorino e si diresse all’entrata con un viso alquanto alterato. Ispettore..iniziata male la giornata?..disse l’avvocato Francesco Maria Sabelli-Arcamone..Avvocato carissimo..in tutti i sensi..ahhah come stai?…Bene ma come mai da questi parti?..convocato dalla tua dott. Desiderata Latorre…Mia non di sicuro, ma comunque cose serie?…La dottoressa è un po’ presuntuosa e poi si crede miss mondo…E’ una che ha studiato ma devo concordare con Te che è un po’ presuntuosa..ma quando ci vediamo per una partita a squach?…Caro Francesco siamo amici dalle medie e con Te mi trovo sempre bene, ma questo non è il momento..buona giornata..i due si lasciarono con vigorose pacche sulla spalla e mentre l’avvocato si diresse verso le aule di udienza, l’ispettore prese l’ascensore e diresse al secondo piano. Bussò e la segretaria lo annunciò al P.M…Venga Ispettore si accomodi…Grazie dottoressa mi cercava?…Vorrei avere informazioni sulle strane morti di Lavera a Navarra…Oggi avrò le autopsie di entrambi se vuole le invio via email?..Si grazie, ma volevo un Suo parere, Lei ha un ottimo intuito..Lei mi fa arrossire..La farei arrossire se mi alzo la gonna, ma mi dica..L’Ispettore immediatamente immaginò che la Latorre si alzasse la gonna, se portava gli slip..ma riprese subito il controllo della sua mente… Allora sono due morti strane ha ragione, ma la stranezza è che i due si conoscevano bene ed avevano avuto, da informazioni apprese, notevoli scontri verbali in quanto il Navarra era l’amministratore del condominio dello stabile dove risiedeva lavera, ma proprio la sera prima della loro morte i due si erano trovati d’accordo…La Latorre immaginò il viso dell’Ispettore se lei si alzava la gonna, ma rispose..Ha fatto circoscrivere il luogo dove è morto Navarra?..ha sigillato la camera dove è morto Lavera?..Certamente dottoressa..Bene lavermicocca allora mi mandi i risultati dell’autopsia il prima possibile e Le comunico che porto gli slip, almeno la mattina….Ispettore rimase sorpreso dall’ultima frase, dato che sembrava che la PM avesse letto nella sua mente…Certamente dottoressa e non dubitavo…di cosa ispettore?…di nulla dottoressa…non dica scemenze se indovina il colore degli slip mi alzo la gonna…Lavermicocca si alzò, come se voleva andar via, ma la provocazione era troppo intrigante per non meritare una risposta…Oserei dire rosse….mi ha preso per una battona ispettore, è bianco il mio slip come il candore della mia vita privata..aspetto le autopsie, arrivederci..L’Ispettore deluso salutò ed uscì dalla stanza e nel corridoio pensò quanto era zoccola la Latorre.
Alessandro si diresse in cucina dove Miriam aveva predisposto la sua solita colazione, senza aver prima salutato Mao pregandolo di rendere sempre bello il suo balcone. Ero stanco la sera prima aveva abusato di tutto e le milf erano state ingorde. Lesse la Gazzetta più per inerzia che per interesse e si fermò a leggere solo delle due morti misteriose solo perché conosceva Lavera di vista. Messaggio: Caro Ale penso di passare il weekend a Capri al Quisisana, mi porto quella porcella di Franca tanto per divertirmi. Mi raggiungi?..Alessandro pensò che Gianni stava commettendo un terribile errore; infatti Franca, figlia di un noto costruttore, separata con il figlio di un latifondista, era conosciuta in città come una ubriacona cocainomane e pure zoccola. Il suo amico meritava di più e di meglio, quando per la prima volta nella sua vita notò il lato “b” di Miriam e ne rimase affascinato..però niente male, ma con la servitù non si può..Squillò il telefono..Signor Alessandro sono il direttore Papa della Sua banca le volevo comunicare che oggi sono arrivati i bonifici dei suoi appartamenti in locazione..Grazie Direttore passerò in giornata..Una bella notizia dato che sei appartamenti fittati a duemila euro al mese avevano portato su suo conto dodicimila euro senza che aveva fatto nulla..altro messaggio..Ho ancora il Tuo sapore in bocca..ci vediamo stasera? La Tua gattina Ilaria..Ma questa è scema pensò Alessandro, dato che Ilaria, che aveva la stessa nomea della sua amica Franca, credeva di accalappiarlo. Decise di uscire per comprarsi un paio di jeans e per passare dalla banca, andò in garage a prendere la sua Lotus Elan M100.
Michele era riuscito finalmente a finire la comparsa ed a inviarla telematicamente ed era soddisfatto di ciò. La mattinata aveva prodotto qualcosa di postivo e di ciò ne era compiaciuto. Arrivò il whatapp dell?Ispettore con i titoli dei libri oltre che l’annotazione sulla zoccolagine della PM, oltre che quello di Nicodemo che comunicava che alle 19.00 si vedeva con Dorotea. Pensò ai libri. Il libro di Filippani Ronconi parlava dell’’analisi delle credenze indù sul Verbo cosmogonico: il mondo, la realtà tutta è nata dal suolo. È un’idea che ricorre in tutta la religiosità indiana qui magistralmente descritta, nei suoi veri aspetti, da uno dei più grandi orientalisti viventi, mentre il secondo, ovvero quello di Massimo Scaligero, non trovò nulla di specifico sul libro, ma apprese che l’autore si era agli studi umanistici che integrò con la conoscenza logico-matematica e filosofica, con la pratica empirica della fisica; Attraverso lo studio ed esperienze personali individuò le linee direttive di una realtà originaria del pensiero a dimostrare l’inanità discorsiva della dialettica. Studioso di Nietzsche, di Stirner e di Steiner, si dedicò anche allo yoga e allo studio delle dottrine orientali. Quello che aveva trovato inviò all’email dell’Ispettore e visto l’orario spense il computer e decise di tornare a casa.
Annamaria arrivò in Questura puntuale come suo solito e chiese dell’Ispettore Lavermicocca che coordinava le indagini; lo trovò all’ascensore dato che anche lui era appena arrivato dall’incontro in Procura. I due silenziosamente si diressero presso la stanza dell’Ispettore e lì le notizie furono interessanti. Caro Ispettore questi sono i risultati delle due autopsie. Il dott. Lavera non è stato strangolato come potrebbe sembrare a prima vista, ma è morto per un veleno che abbia riscontrato nel suo sangue. Tra qualche giorno potrei essere più precisa; altresì è evidente che il veleno sia stato preso volontariamente, ma lei ha trovato una boccettina nella stanza da letto?…L’Ispettore subito prese la cartella con i risultati della Scientifica contenete il biglietto e lesse che non era stata trovata alcuna boccetta. Dovrò controllare l’apparato dentario, forse aveva una capsula, ho ha buttato il contenitore fuori dalla finestra. L’Ispettore chiamò l’appuntato ed ordinò un controllo sotto la finestra di Lavera. Navarra invece è morto di crepacuore, non per lo sforzo fisico, ma per la paura di cosa non so…Siamo messi male pensò Lamermicocca, uno suicida con il veleno, l’altro morto di paura. Bene dottoressa se mi comunica il veleno potrò archiviare i casi un per suicidio e l’altro per causa fortuite. I due si salutarono, ma nella mente di Annamaria vi erano dei dubbi che forse all’Ispettore non interessavano: perché Lavera si era suicidato? Cosa aveva visto Navarra per morire di paura? Ed io cosa mangio ora? Andare a casa e mangiare da sola la deprimeva e si diresse verso il caffè d’Arte per un toast. Al tavolo fuori vide Beppe Zommo, vecchio amico, incredibilmente solo che la chiamò. I due ricordarono i bei tempi andati e scoprirono che entrambi venerdì erano stati invitati alla festa di Giulia e si accordarono per andare insieme. Forse, pensò Annamaria, qualcosa potrebbe cambiare nella mia vita.
Maria uscì soddisfatta dal parrucchiere, il nuovo look era accattivante e lei si sentiva bella e strafiga. Infatti notò subito come alcuni giovanotti la guardavano e di ciò ne fu compiaciuta. Chiamò Stefania per comunicarle il cambio di look e le novità sulla serata. L’amica accolse di buon grado questo rinnovato entusiasmo di Maria per la vita e li comunicò che quella sera aveva prenotato un tavolo al Sumo un locale in Corso Vittorio Emanuele con le amiche Checca e Donato e gli amici Federico e Cesare. Lei era tutta contenta e spense il cellulare felice, ma al telefono ricomparve la schermata di google con il nominativo di Jaldaboth e ciò le procurò un brivido alla schiena ripensando a quel losco individuo che aveva pronunciato quella strana parola. Ora aveva un po’ paura a tornare a casa, quando la sua attenzione fu catturata da una macchina stupenda con a bordo un gran bel ragazzo. Il tipo si girò a guardarla e rallentò, abbassò il finestrino…Scusi signora, ma lei non abita in via Grimoaldo degli Alfaraniti?..certo..perchè? rispose civettuola Maria…Anch’io abito lì vuole un passaggio? E Maria entrò nella Lotus Elan M100 di Alessandro. La conversazione continuò sul nome strano della via dove entrambi abitavano, sulla mancata loro conoscenza diretta e sul lavoro di entrambi. Maria era doppiamente soddisfatta sia perché era stata abbordata da un bel ragazzo anche gentile e perché non tornava sola a casa. Scoprirono così di abitare in due palazzine diverse, ma di fronte ed Alessandro aspettò finchè Maria entrò nel portone, ma prima si scambiarono i numeri di cellulare. Maria entrò in casa soddisfatta e felice, aveva conosciuto un bell’uomo, stasera sarebbe uscita con le amiche ed avrebbe fatto nuove conoscenza e finalmente non pensava a quello stronzo dell’ex marito.
Lorenzo mangiò in maniera molto frugale pensando all’appuntamento a Tecnopolis ed alle future possibilità di lavoro. Era un agente di commercio e non aveva mai sentito nel suo ambito lavorativo parlare del Sethian Istituite of Tecnology, ma ogni lasciata e persa, come le donne pensò. Le donne..? da quando era finita la storia con Wanda non era più uscito con nessuna e si era buttato nel lavoro, riuscendo si a guadagnare di più, ma perdendo in relazioni sociali. Wanda era la sua ancora di socialità, il suo alterego, ma il non sposarsi e la sua vita sempre in giro avevano portato Wanda nelle braccia di un altro.
Forse doveva fermarsi, vivere la vita, farsi una famiglia ed avere dei figli e l’opportunità offerta da questa società a Tecnopolis poteva essere l’occasione buona.
Dorotea portava Paolo e Carlo per strada come si portano due cagnolini, ossequiosi e docili dietro a questa donna bellissima. Anche i camerieri della Peschiera rimasero affascinati da questa donna e i tre si sedettero al tavolo più bello. Ordinarono frutti di mare che da buona siciliana Dorotea apprezzava ed un tubettino alle cozze suggerito dal personale. I due erano ormai schiavi della donna ed avevano dimenticato perché erano usciti e perché erano andati alla Libreria Roma. Il pranzo si svolse in maniera molto cordiale ed amicale, Dorotea fece parlare Carlo e Paolo della loro vita, dei loro hobby, del perché erano alla Libreria Roma, ma non disse nulla di Lei. I due ragazzi era seriamente affascinati da questa signora molto bella, estremamente elegante, molto affabile, sinceramente simpatica ed il pranzo si concluse con scambi di numeri di telefono e ringraziamenti ripetuti fino all’inverosimile da parte dei ragazzi perché Dorotea aveva offerto il pranzo. Ora l’affascinante signora chiamò un taxi che la portò all’Albergo delle Nazioni presso la sua suite le cui finestre si affacciavano sul lungomare ed erano una bellissima vista. Arrivata in camera andò sul balcone per godersi il panorama, si tolse le scarpe, accese una sigaretta e richiamò Nicodemo inviatandola a cena al ristorante panoramico dell’albergo con la scusa che era molto stanca. La proposta fu accetatta immediatamente sia per educazione sia perché Nicodemo non amava ricevere in casa. Liberò la cameriera che aveva trattenuto per la cena casalinga, si buttò in doccia e si preparò per la serata che egli voleva che fosse interessante, fruttuosa e piccante.
L’Ispettore Lavermicocca inviò immediatamente le relazione via email alla dottoressa Latorre, si fece portare un panino ed iniziò a stilare dei vecchi verbali di vecchi casi che aveva in arretrato. Mentre compilava i detti verbali un pensiero balenò nella sua mente: che cosa aveva visto Navarra per morire di crepacuore e poi perché Lavera si era avvelenato? Sembravano casi chiusi, ma invero erano ancori più misteriosi di prima con domande che non trovavano risposte, ma che avrebbero meritato una risposta seria e completa sia per la famiglia Lavera sia per quella poveretta che conviveva con il Navarra. Era suo dovere come uomo delle Istituzioni risolvere ambedue i casi, che però, a dire il vero, potevano già essere archiavati dato che nessuno aveva ucciso Lavera e Navarra.
Miriam aveva pulito la casa, sfuggita alle avances di Mao e finalmente era uscita da casa di Alessandro. Chiamò la mamma se aveva bisogno di qualcosa ed avendo risposta negativa, tolse la catena al motore e si diresse al bar dove normalmente la comunità eritrea si riuniva. Lì avrebbe sicuramente trovato le sue amiche Ester e Afya, le quali lavoravano anch’esse presso famiglie facoltose. Le trovò al bar ed insieme bevvero idromele, vino dolce tipico della loro terra. Tra pettegolezzi e problemi di lavoro passò del tempo e le tre si salutarono affettuosamente. Miriam salì sul motore, quando arrivò la telefonata di padre Mosè: Miriam carissima come stai?..bene padre come mai questa telefonata?..Miriam Ti devo parlare di persona quando ci possiamo vedere?…Domani dopo il lavoro?..va bene raggiungimi a Piazza Garibaldi….ok padre a domani. Che strano telefonata pensò Miriam che nutriva grande rispetto per Padre Mosè, il quale riusciva a tenere insieme la comunità eritrea della città ed aiutava chiunque fosse in difficoltà: pensò che forse voleva organizzare una raccolta di solidarietà e lei no si sarebbe sottratta.
CAPITOLO V
Rosaria era finalmente riuscita a mandare via tutti parenti di Franco ed il fratello Pinuccio aveva organizzato il funerale anche se non c’era ancora il nullaosta della Questura. Ora era sola in quella casa che insieme avevano comprato e che ora era orfana di uno dei proprietari. Lei chiuse con doppia mandata la porta di casa ed andò finalmente a spogliarsi; la giornata era stata veramente orribile ed una doccia calda acquietò la stato d’animo di Rosaria. Ed ora ? Pinuccio vorrà la metà della casa ? come farò a vivere senza l’uomo della mia vita? Deve riprendere a lavorare? Troppi dubbi, troppe preoccupazioni invadevano la mente della poveretta che in maniera automatica si sdraiò sul divano ed incominciò a piangere e si addormentò. Si svegliò alle 22.00 ed ancora di più notò la mancanza del suo uomo e che la solitudine sarebbe stata la sua nuova compagna. Squillò il cellulare, numero sconosciuto..rispondere? mah si tanto… Lei è la compagna di Franco Navarra vero? Innanzitutto condoglianze ma la chiamo appunto perché stamane ho ricevuto delle somme che Le devo consegnare….scusi ma con chi parlo?…mi scusi Lei in primis per l’orario..sono il notaio Felice Damascelli e stamane alle 9.00 presso il mio studio si è presentato un signore distinto sulla cinquantina il quale voleva che fosse redatto un verbale nel quale egli depositava presso di me una busta che doveva essere consegnata alla convivente del sig. Franco Navarra nel caso di decesso di quest’ultimo..Ma come ha fatto notaio a trovarmi?..Lei è la signora Rosaria Intedovo?….certo..Lei ha convissuto con il sig. Franco Navarra?..certo….allora signora vogliamo fissare l’inconro, credo dopo i funerali vero?..chiaramente notaio… Questa telefonata sconvolse ulteriormente Rosaria già in preda a mille problemi, ma la possibilità di avere del denaro la rassicurò in parte ed andò a dormire.
Michele passò il pomeriggio a ricevere due clienti, ma la telefonata di Nicodemo che annunciava la variazione di serata lo distolse da questi pensieri ed invitò Nicodemo a divertirsi. Annunciò all’Ispettore Lavermicocca il cambio nello svolgimento della serata e da quest’ultimo ebbe l’invito per un aperitivo. Si sarebbero visti allo Speak Easy, dove si fanno i cocktail più buoni di della città.
Nicomede arrivò puntualissimo nella hall dell’Albergo e vide seduta in vicinanza del bar una donna bellissima che si alzò e si avvicinò..Nicomede de Mignach I suppose..porgendoli la mano che lui sfirò con un bacio nel pieno rispetto del Galateo…Dorotea di Alimena vero?..la signora invitò Nicomede al bar per uno sprizz prima di cena. I due si sedettero uno di fronte all’altro e lui notò sia gli occhi viola della dirinpettaia, sia il fisico mozzafiato della stessa, nonché il fantastico vestito da sera indossato.Sono a sua disposizione Donna Dorotea..Possa chiamarla Nicodemo vero?..Beh caro Nicodemo sono venuta a conoscenza che lei è il possessore di due libri, il primo è la storia segreta della Terra di Bari ed il secondo è Le Nove porte del regno delle ombre, Arturo Pérez-Reverte..sono in tuo possesso Nicodemo?…lui rimase perplesso, come faceva questa donna affascinante a conoscere che possedeva quei libri tra i più rari esistenti? E se confermava cosa sarebbe successo? La casa era a prova di qualsivoglia furto, ma una donna può aprire qualsiasi porta e Dorotea aveva tutte le caratteristiche.. Vuole consultarli o vuole comprarli?..in quel momento arrivarono i due sprizz e la conversazione si interrupe per discorsi più ameni e frivoli. Dopo qualche minuto Dorotea riprese il discorso..Invero per il secondo ho un compratore, mentre per il primo c’è un mio interessamento personale….Bene cara Dorotea come ben sai il secondo libro e raro e si dice anche maledetto, hanno fatto anche un film su questo libro e pertanto se proprio lo devo vendere il sacrifico deve essere ben ricompensato non credi?…Lei sorrise, ma attendeva con maggior impazienza la risposta per il primo libro, ma Nicodemo non rispose ed anzi chiese di andare fuori a fumare una sigaretta. Lei lo seguì con gli occhi non voleva che lui parlasse a telefono con chicchessia e Nicodemo se ne accorse ed evitò di chiamare Michele. Rientrati decisero di salire al ristorante panoramico per iniziare la cena. In ascensore Dorotea non c’è la fece…Nicodemo non hai il libro della storia segreta della terra di Bari vero?…lui sorrise beffardo..Dorotea la mia famiglia scese in Puglia per la prima crociata insieme ad altri nobili di Francia, diventammo poi signori di Valenzano e di altre terre e siamo stati importanti per questa terra fino all’unità d’Italia per poi lavorare nell’ombra ed aumentare le nostre sostanze..certo che possiedo quel libro…lo fece perché questa rivelazione poteva essere la chiave di volta per il letto di Dorotea. Infatti appena entrati nella sala ed accomodati ad un tavolo con vista sulla città tutta illuminata, lei riprese il discorso..per il libro di Perez-Reverte la proposta è di sei milioni di euro..non male vero?…Nicodemo non ebbe il tempo di rispondere perché arrivò il metre per le comande ed i due scelsero quasi le stesse cose, ridendo di ciò. Fu lui a riprendere il discorso..la somma è interessante, ma la somma non coincide con i miei pensieri cara Dorotea, non credi?..Nicodemo siamo sinceri ti vuoi disfare di quel libro? A quale prezzo?…lui rimase colpito da tanta schiettezza non proprio tipica di chi vende o compra libri e nella sua mente pensò che la signora in verità era venuta per il primo libro e rilanciò…Se posso permettermi quale il tuo interesse personale per il primo libro? Vuoi solo consultarlo vero?…lei rimase per un attimo perplessa e fu salvata dagli antipasti che fecero ritardare la sua risposta. Sono una nobile siciliana da generazioni come sicuramente Ti sarai informato, vivo di rendita come Te e per hobby faccio l’antiquaria. Il mio interesse per quel libro? Te lo dirò sotto le lenzuola Nicodemo…Lui arrosì, non si aspettava una simile risposta, ma rimase impassibile e rispose…Nove milioni di euro per il secondo libro, mentre per il primo aspetto Te..e sorrise. Il pranzo prese una improvvisa accelerata sia da parte di Nicodemo che voleva portarsi a letto Dorotea, mentre lei voleva vedere quel libro. Giunti alla frutta lei esordì..andiamo a casa Tua vero?…lui acconsentì pagò il conto ed i due ripresero l’ascensore per ritornare nella hall, e nel mentre Dorotea per rompere il ghiaccio lo baciò con grande soddisfazione di lui. Presero un taxi e si diressero verso casa di Nicodemo.
Michele e l’ispettore Lavermicocca si conoscevano per un passato politico in comune nel Fronte della Gioventù, dove ne avevano passate di tutti i colori. Preso il loro rispettivo cocktail (moscow mull per michele e moijito per l’ispettore) i due dialogarono del loro rispettivo lavoro finchè non si giunse all’argomento Nicodemo e lì Michele provò a chiamare..la segreteria telefonica fu interpretata come sicura andata a letto dei due e scoppiarono ridere. Poi l’Ispettore divenne più serio quando chiese maggiori delucidazioni sui libri a casa di Lavera e Michele, con parole semplici, iniziò a disquisire di tradizionalismo pagano, di yoga e di esoterismo. Dopo pochi minuti fu stoppato dall’Ispettore che si era perso nei meandri dei discorsi di Michele e giù nuove risate. Al secondo cocktail Michele apprese che il Lavera si era suicidato e Michele divenne serio perché il mixer esoterismo e suicidio lo impressionò e ciò convinse ancora di più l’Ispettore che non poteva archiviare come suicidio quella morte e chiese a Michele di aiutarlo, in maniera informale, in quella ricerca. I due si salutarono con la promessa che si sarebbero dati una mano. Non fecero che pochi passi che l’Ispettore rispose al telefono e scappò, mentre Michele vide sfrecciare un taxi con a bordo Nicodemo e Dorotea.
Maria arrivò al sumo tutta contenta, forse quella era la prima serata dopo la separazione che poteva passare una sera divertente e serena. Gi amici che Stefania li presentò sembravano divertenti ed affabili e lei era a suo agio con quel gruppo. I due titolari Michele e Lillo erano amici di Federico e Cesare ed offrirono una bottiglia di prosecco all’allegra comitiva. Uscirono dal locale tutti un po’ brilli, ma contenti e Federico si offrì di accompagnare sia Maria che Stefania. Giunti all’altezza della macchina, improvvisamente arrivò un motore a forte velocità, .frenò di scatto ed il passeggero estrasse un’arma sparando all’impazzata verso Federico e Stefania, poi guardò Maria e sorrise..Jaldaboth sia con te..e ripresero la folle corse, mentre i corpi esanimi dei suoi amici erano vicini alla donna pietrificata dall’accaduto. Subitò si scatenò un grande trambusto, gente che fuggiva e si rifugiava verso dentro i locali, gente che si trovava per terra e Cesare, Donato e Chicca invece corsero verso Maria pietrificata accanto ai due cadaveri.
La vicinanza della Questura favorì l’arrivo immediato di due pattuglie, mentre l’ambulanza arrivò in ritardo. Subito Maria fu circondata dagli agenti ed allontanata dai suoi amici. Maria fu immediatamente portata in Questura, mentre la scientifica eseguiva i rilievi del caso e vari poliziotti prendevano le testimonianze dei presenti. Federico Dammicco era un suonatore di sax in un gruppo jazz che lavorava molto nel sud barese e non aveva precedenti penali. Stefania Varrone era figlia dell’architetto Massimo Varrone, già assessore D.C. negli anni ’70, ma anche Lei era pulita. Perché allora massacrarli così ? Tutti gli occhi erano puntati su Maria che ora era chiusa in una stanzetta della Questura guardata a vista da un agente che le offri del thè da una macchinetta. All’arrivo del P.M. (Desiderata Latorre) fu finalmente condotta in presenza della predetta. L’interrogatorio fu lungo perché era stato un duplice omicidio alquanto strano per vari motivi: 1) la ferocia del delitto; 2) in luogo, ovvero in pieno centro cittadino; 3) gli assassinati erano persone tranquille. Quando Maria fornì le sue generalità alla Latorre balzò subito agli occhi la residenza che le ricordava qualcosa e quando capì che abitava nello stesso palazzo dove risiedeva il Lavera le domande si fecero più insistenti. Dopo un ora Maria crollò..parlò del ragazzo fermo all’angolo di casa e della frase pronunciata che era stata ripetuta dall’assassino. Il P.M. allora fece chiamare l’Ispettore Lavermicocca ed andò su wikipedia per comprendere qualcosa, ma anche lei non capì nulla. Quando l’Ispettore entrò nella stanza e fu informato di questo stolking esoterico capì che vi era un collegamento tra Lavera, Navarra questo duplice omicidio.
Nicodemo e Dorotea furono lasciati dal taxi avanti al portone di casa di Nicodemo; questi prese le chiavi per aprire il portone, quando sentì partire a gran velocità delle sirene della polizia e si fermò interdetto. Sarà successo qualcosa, ma poi vide la bellissima Dorotea e pensò che il sesso veniva prima di tutto. Aprì il portone e nell’attesa dell’ascensore i due ripresero a baciarsi. Dopo aver aperto la porta di casa lui propose di bere qualcosa, lei di vedere il libro, ma a questo punto Nicodemo si insospettì, c’era troppo interesse per quel libro e disse alla donna di accomodarsi in salone, dove non c’era il libro, e chiese di poter andare in bagno. In primis si diresse in camera da letto dove notò che la stanza era in ordine per ospitare due amanti, poi prese dal cassetto la sua pistola, la caricò e ritornò da Dorotea che si era distesa sul divano mostrando le gambe lunghe, bianche e sinuose pronta a tutto. Lui si avvicinò con fare da playboy, dinoccolandosi e sorridendo, ma lei lo gelò…Allora Nico lo vendi il libro e mi fai vedere il secondo ?..Se il Tuo compratore accetta di darmi nove milioni è fatta mentre per la storia segreta dovrei vedere ed assaporare io altro….Ok per nove milioni, ma dove è la stanza da letto ed i bagno?..Nicodemo fece strada e Dorotea si chiuse nel bagno, mentre lui nascose la pistola sotto il cuscino e si mise nudo nel letto…
L’Ispettore Lavermicocca riuscì ad uscire dalla stanza del P.M. e chiamò Michele chiedendo notizie di questo Jalbaboth..Michele dopo pochi secondi di silenzio rispose: Ispettore è l’equivalente dei diavolo cattolico, nel senso che è il capo degli spiriti inferi; con la sostanziale differenza che non è il corruttore della creazione ma il suo artefice, causa cioè solo il mondo materiale e non già quello spirituale che è emanazione del Re della Luce, o Ineffabile o Dio trascendente.
CAPITOLO VI
La porta del bagno si aprì ed uscì uno stupendo corpo di donna da lasciare in estasi qualsiasi essere umano di sesso maschile. I capelli scendevano fino a coprire i capezzoli di un seno sodo e duro, mentre le lunghe gambe reggevano un busto sinuoso ed asciutto. A coronare il tutto due occhi viola ed un sorriso beffardo di chi è ben conscio di ammaliare. Valgo la lettura di un vecchio libro?…Vali l’intera biblioteca vaticana…Lei si infilò sotto le lenzuola alla sua destra e lui con dolcezza si avvicinò a lei spegnendo la luce. Dopo che entrambi straordinariamente raggiunsero all’unisono orgasmo, Nicodemo accese la luce e Dorotea senza proferire parola si diresse verso il bagno. Ora però Nicodemo voleva completare la serata sapendo perché a quella stupenda donna interessava quel libro. Lei uscì da bagno con un intimo viola e chiese del libro, ma lui le ricordò la frase detta in albergo e non si mosse dal letto. Lei si avvicinò sensualmente a lui e nell’orecchio li disse…non furono i peuceti i primi abitanti di Bari, ma i figli di lilith e qui lasciarono un amuleto, nel libro forse c’è la chiave per scoprirlo..ci credi ?….Nicodemo rimase basito, dato che la prima donna (Lilith appunto) secondo delle leggende si era unita, dopo essere stata allontanata da Adamo dal Paradiso Terrestre con Samael il serpente tentatore e dalla loro unione erano nati i folletti maligni della religione preislamica (i Jinn), ovvero niente di buono. Lui sorrise ancora più intimorito, ma fece finta di nulla…dove leggi simili cose ? è la prima volta che sento questa storia e come famiglia abitiamo da questi parti da oltre ottocento anni….Lei sorrise beffarda..Ho le mie fonti bello..posso vedere il libro ?!!!..Lui si alzò e dimenticò di aver messo la pistola sotto il cuscino, uscì dalla stanza e rientrò dopo alcuni minuti con in mano un libro contenuto in un involucro di plastica. Ecco bella mia, ma devi fare molta attenzione…Lei sorrise, estrasse la pistola da sotto il cuscino e sparò a bruciapelo..
Rientrato nella stanza dalla dott. Ssa Latorre, L’Ispettore Lavermicocca invitò la p.m. a fornire una scorta a Maria oltre che far dormire la testimone in luogo protetto. Maria riuscì solo a dire che domani doveva lavorare, ma la Latorre comunicò che per motivi di sicurezza poteva assentarsi e chiese dove lavorava. Dopo qualche minuti la Latorre e l’Ispettore rimasero soli nella stanza come la mattina. Ho il fondato timore che ci troviamo ad affrontare una setta gnostica che ha deciso di darsi da fare..disse l’Ispettore…Mi sembra di sentire il mio ex amico Michele..ma forse ha ragione ed è meglio che la signorina sia sotto scorta. Abbiamo un identikit di chi a sparato?..che arma ha usato?..Dottoressa domani avrà le risposte alle sue domande, mentre è stata trovata la boccettina con il veleno di Lavera…Bravo Lavermicocca mi era dimenticata di dirLe che non è stato trovato nulla..ma Lei ha fame Ispettore?..sono le due di notte, ma mangerei volentieri qualcosa….,sicuramente lei non sa cucinare e quindi le faccio due spaghetti a casa mia o ha paura di stare con me ?…assolutamente no, anzi…quell’anzi fece sorridere la P.M. che subito prese la borsa ed invitò l’Ispettore ad andare via. Scsero velocemente le scale della Questura e presa la macchina dell’Ispettore i due si diressero nella notte silenziosa della città verso la casa della Latorre. La casa era moderna e spaziosa pure troppo per una donna che viveva sola. Lei chiese di cambiarsi e ritornò in salone con una maglietta bianca senza reggiseno dove i capezzoli erano ben in vista ed un pantaloncino jeans che serviva solo per stuzzicare qualsivoglia uomo. Il povero Ispettore capì in che situazione si era appena cacciato e rimase sulle sue e non andò in cucina, anche se si tolse la giacca e la cravatta. Vedeva Desiderata muoversi leggiadra in cucina e pensò come sarebbe stata a letto, cosa che scoprì di lì a poco dopo aver mangiato quei benedetti spaghetti…
Nelle loro mente e nei loro cuori Paolo e Carlo aspettavano entrambi una telefonata di Dorotea, ma quella sera non arrivò. Paolo si ributtò nello studio e Carlo inviò il suo ultimo manoscritto al suo editore, poi pensò che era giunto il momento di iniziare una biografia di Stand Watie ultimo generale sudista ad arrendersi nella guerra di secessione americana, oggetto anche di uno scambio epistolare ed il Presidente Cossiga, esperto di guerra civile americana. Entrambi sembravano aver dimenticato i fatti accaduti nei giorni scorsi, come se Dorotea avesse fatto un incantesimo su di loro e ricordavano solo di aver pranzato con una donna bellissima ma entrambi non ricordavano dove l’avevano conosciuta.
Michele aspettò fino alle nove per chiamare Nicodemo e sapere della sera prima, ma il suo cellualare squillava senza risposta finchè non attaccava la segretaria telefonica. Alle 10.00, dopo aver rinviato una causa di lavoro, uscito dal Tribunale riprovò, ma stavolta il telefono non era raggiungibile. Non poteva neanche chiamare Nicodemo al telefono fisso, dato che l’anno prima il suo amico aveva annunciato di aver abbandonato la telefonia fissa. Decise di andare a casa di Nicodemo che non era lontano dal Tribunale. Ivi giunto, citofonò con insistenza senza ricevere risposta e così alle 10.30 chiamò l’Ispettore Lavermicocca, dato che si era iniziato a preoccuparsi. Michele dimmi hai notizie del riccone amico tuo?…Ti chiamo proprio per Nicodemo, è dalle nove che tento di parlare con lei ma sono le 11.00 e non mi risponde. Ora sono sotto casa sua ed al citofono non risponde.., Vedi Michele dopo il duplice omicidio di ieri sono un po’ incasinato ed ha ciò aggiungi che ieri mi ha scopato Desiderata Latorre , quindi se non parli con lui dopo mezzogiorno mi riavverti…Michele rimase scioccato dall’ultima notizia data dall’Ispettore, ma visto quello che aveva saputo sulla morte di Lavera e Navarra e la strana domanda notturna dell’Ispettore pensò bene di dirigersi a studio e da lì chiamare quel porcone di Nicodemo.
Lorenzo aveva indossato l’abito tipico degli incontri di lavoro e presa la propria autovettura si dirigeva verso Tecnopolis. La giornata era bella ed assolata e giunto alle porte di Valenzano entrò nel paese per un caffè dato che era in ampio anticipo. Arrivato poi all’entrata del Parco Tecnologico chiese della sede del Sethian Istitute of Tecnology che il guardiano con solerzia indicò. Parcheggiò proprio all’entrata e si diresse verso l’ampia vetrata lì ad attenderlo una hostess lo accompagnò al terzo piano dell’edificio, dove notò un arredamento molto formale e moderno. Attese pochi minuti nella sala d’aspetto per poi essere introdotto alla presenza del capo del personale. Sono il dott. Ernesto Padula, capo del personale si accomodi.. Padula era un omone alto, ma di corporatura media, ricordava il senatore Crossetto che aveva conosciuto anni prima in aereoporto a Milano. Allora sig. Lorenzo abbiamo appreso informazioni su di lei, ottime referenze e devo dirle che lei è persona molto stimata nel suo ambiente…Grazie lei mi lusinga dott. Padula…Bene passiamo alle cose importanti, noi siamo il Sethian Istitute of Tecnology con sede a Gerusalemme. Qui in Puglia lavoriamo molto sul fotovoltaico e facciamo ricerche sugli esperenti di Masaru Emoto sull’acqua delle vostre fonti…Dott. Padula scusi se l’interrompo, ma questi non sono i miei campi….Lo sappiamo benessimo, ma data la sua reputazione, il suo acume nell’individuare le criticità, nel saper comprendere le persone, riteniamo che l’amministratore della nostra filiale nel Sud Italia debba essere lei che è anche del luogo….. Grazie per le belle parole…ma ci fono anche i fatti..stipendio mensile di settemila euro al mese, auto ed autista personali, plafon di Euro 5.000, 00 al mese per spese di rappresentanza….Lorenzo rimase basito dall’offerta proposta e dopo un attimo di evidente stupore…Non posso che accettare…Bene parli con la mia, anzi al sua futura segretaria e ci vediamo domani per il cambio della guardia..io sono stato promosso a Roma…i due si salutarono con una vigorosa stretta di mano.
Rosaria fu svegliata dalle telefonate continue di Pinuccio, il fratello di Franco, che le comunicava che l’avrebbe passata a prendere per organizzare il funerale, dato che la Questura aveva dato l’ok…Sarebbe stata una brutta mattinata, soprattutto triste e penosa, ma l’amore che nutriva per quell’uomo le diede la forza e si vestì, anche se la sua mente andava spesso alla telefonata con notaio ed a quella somma. Prese la decisione di chiamare il notaio è fiso l’incontro per l’inizio della settimana prossima, poi scese da casa ed aspettò Pinuccio nel portone.
Miriam arrivò puntuale all’appuntamento con Padre Mosè, persona minuta dal viso molto dolce. Dopo i convenevoli tipici, Padre Mosè prese sottobraccio la ragazza..Miriam cara mi sono giunte informazioni dalla nostra terra..Su mia zia?..no cara mia, ma su il pozzo di Shamel al Tuo villaggio…quel pozzo dove si dice che abbia bevuto l’angelo caduto?..esatto cara, ebbene ogni sette giorni l’acqua si tinge di rosso e per due giorni è inbevibile…ci saranno infiltrazioni, ma noi che c’entriamo?..sempre acuta questa ragazza..hai ragione noi cosa c’entriamo?..ebbene devi sapere che che alcune nostre leggende narrano che i figli di Lilith e del’angelo caduto intrapresero un lungo viaggio portando con se un magico amuleto…leggende per bambini vero?..sentimi cara, lasciami finire..i figli di Lilith arrivarano in una terra pieni di olivi e trovarono un luogo sicuro che denominarono BAR luogo sicuro….oddio siamo in una città fondata dai figli di Lilith?…. l’acqua del pozzo diventa rossa quando si vuole manifestare Lilith o uno dei suoi figli, quindi deve riunire tutta la comunità per una grande invocazione di preghiera, ma non possiamo dire il perché, capisci?….. certamente Padre, diremo che dalle nostre terre giunge un grido d’aiuto, per cui ci riuniamo per pregare e raccogliere fondi, così diciamo una mezza verità… brava figlia mia, allora ci vediamo venerdì sera con tutta la comunità…i due si salutarono, ma Miriam era rimasta scioccata dalle parole di Padre Mosè e non si ritirò subito a casa, preferì fare un giro con il motore sul Lungomare.
Michele arrivò in studio e fu investito di telefonate e passò oltre un ora quando riuscì a riprovare a chiamare Nicodemo, ma stavolta il telefono era spento. Ormai erano le 12.30 e Michele pensò bene di chiamare l’Hotel delle Nazioni dove era scesa Dorotea. La risposta fu scioccante, dato che la signora Dorotea di Alimena verso le 10.30 aveva lasciato definitivamente l’albergo ed era andata via on un taxi. Subito Michele chiamò l’Ispettore Lavermicocca….il quale era appena uscita da un incontro con il Questore che era preoccupata da questa ondata di violenza in città ed aveva ricevuto telefonate allarmate di Prefetto e Sindaco. Al Questore non furono detti i sospetti e per buttare fumo negli occhi furono ordinati vari posti di blocco in tutta la città. Intanto erano arrivate le informazioni che indicavano che l’arma del duplice omicidio era un Ak74, un fucile d’assalto in forza alle forze speciali russe, sfrutta in maniera ottimale il flusso di gas in uscita dall’arma; esso infatti non solo riduce in maniera significativa la vampa emessa dall’arma, ma contrasta anche il rinculo imprimendo all’arma più spinta in basso e in avanti, anche se ne aumenta il rumore prodotto. L’identikit invece dell’assalitore era quello di un uomo sulla trentina capelli corti, vestita con giubotto di pelle da motociclista, una faccia anonima. Il tipo di arma era inquietante e non era mai stata utilizzata in città..Ispettore Nicodemo non risponde e Dorotea è partita, sono preoccupato…Certo Michele hai ragione ci vediamo tra venti minuti sotto casa di Nicodemo..Ok tra venti minuti. L’Ispettore pensò bene di chiamare il suo informatore, ovvero Tonino Mezzaserranda proprio per sapere se in giro c’erano AK74. Si sarebbero visti nel pomeriggio. Poi chiamò Desiderata…L’arma del duplice omicidio è un AK74 di fabbricazione russa, mentre l’dentikit non ci aiuta proprio…Buongiorno Ispettore Siffredi, ieri sei stato proprio una bella scoperta ed io invece ho l’dentikit el Tuo membro in testa, ahahhah, arma strana hai ragione informati nell’ambiente e fammi sapere, io stamane ho due interrogatori, il primo è completato e tra dieci minuti ho il secondo, Ti chiamo alle 16.00 Rocco mio..Questa è pazza e Michele aveva ragione. Arrivo sotto casa di Nicodemo con una volante, ma Michele era già lì. Si fecero aprire il portone dalla signora del piano di sotto di Nicodemo, suonarono alla porta, ma nessuna risposta. Ci fu bisogno dei Vigili del Fuoco per aprire la porta di casa e giunti in camera da letto fu rinvenuto i cadavere di Nicodemo in una pozza di sangue e sopra il letto una pistola. Michele rimase scoccato, ma ebbe la forza di dire…La pistola è di Nicodemo la riconosco…ma non si è sparato vero Ispettore?….No di certo il foro di uscita del proiettile è all’altezza del cuore, chiamate la scientifica immeditamente, mentre Tu controlla se manca qualosa in casa. Michele si diresse prima nella biblioteca, dove vide che non mancava nulla, ma notò la chiave attaccata alla porta della stanza blindata dove erano riuniti i libri più importanti. Con un fazzoletto che ricopriva la mano aprì la porta e notò subito sia la luce accesa, ma soprattutto il vuoto tra due libri, entrambi molto antichi ed avvertì l’Ispettore.
CAPITOLO VII
Sia L’Ispettore Lavermicocca che Michele non trovando l’elenco dei libri esistenti nella stanza blindata non riuscirono a capire quale fosse il libro mancante, ma entrambi pensarono che era stata Dorotea sia a prendere il libro che a sparare a Nicodemo. Michele però si ricordò che l’amico aveva detto che stava facendo delle ricerche su un suo antenato ed in effetti trovò sulla sua scrivania degli appunti a penna ed una paginetta stampata su Guiscardo De Mignach. Intanto L’Ispettore aveva avvertito la Questura di questo ennesimo omicidio, richiese l’intervento, come detto, della Polizia Scientifica, ma altresì incaricò un appuntato di scoprire che quale taxi aveva preso l’assassina per andare via dall’albergo.
Paolo mangiò poco e decise di fare due passi dopo pranzo prima di riprendere a studiare, ed appena girato l’angolo di casa vide questa bella ragazza di colore seduta su un motorino intenta a parlare al telefono. Rimase affascinato dai lineamenti belli e dolci della regazza, ma era un timido e non sapeva come avvicinarla. Fu la stessa ragazza a notarlo e li chiese una sigaretta, ma Paolo non ne aveva e approfittò per chiedere se voleva un caffè. Certo io sono Miriam, ma non allontaniamoci perché aspetto delle mie amiche..Ciao io sono Paolo ed abito all’angolo, anche Tu abiti qui vicino?..nooo, io lavoro proprio qui di fronte, faccio la domestica e Tu?..Io studio giurisprudenza. I due arrivarono al bar e si presero un caffè dialogando del più e del meno, ritornando poi al motorino di lei. Si scambiarono i numeri di cellulare e quando arrivarono le amiche di Miriam, Paolo tornò a casa a studiare.
Carlo si era assopito sul divano, era particolarmente stanco e questo succedeva quando doveva leggere molto in inglese, e dato che aveva deciso di occuparsi di Stand Watie era obbligato a leggere al computer intere pagine in inglese. I suoi occhi erano quasi chiusi quando sentì il citofono…Sono Dorotea mi apri ?…istintivamente aprì il portone, quel nome gli ricordava qualcuna, una cosa bella. E la cosa bella apparve quando aprì la porta di casa ed entro questa donna alta, bionda, elegante dagli occhi viola…Ciao Carletto Ti disturbo ? non credo..ho bisogno di rimanere un po’ qui tranquilla, Tu mettiti sul divano e dormi profondamente…Carlo si addormentò così come richiesto ormai succube della donna. Lei invece pensò bene di andarsi a fare una doccia e sistemare le sue cose in camera da letto.
Maria dormì poco quella notte, troppe le emozioni e gli sconvolgimenti, gli omicidi, l’interrogatorio..l’albergo dove era stata portata era appena fuori città ed una agente donna non lasciava mai. Anche la colazione le fu servita in camera. Poi arrivò la P.M. Signora Maria buongiorno, ha passato bene la notte ? non credo, ma sono venuta per tranquillizzarla. Siamo facendo delle indagini serrate, abbia scoperto l’arma del delitto ed abbiamo qualche sospetto. Non si preoccupi della sua assenza dal lavoro ci siamo già occupati noi. Ricorda qualche particolare che ieri notte non ci ha detto e che ora ricorda meglio ? A fronte del silenzio di Maria pensò bene di comunicarle che per le prossime quarantotto ore lei sarebbe rimasta lì ed andò via per l’ultimo interrogatorio della giornata. Maria intanto capì di essere entrata in un gioco più grande di lei, di essere solo una pedina, ma perché lei ?
Rosaria passò la mattinata con Pinuccio ad organizzare il funerale e rientrò a casa stanca. Non mangiò nulla e si diresse in camera da letto dove si spogliò alla rinfusa gettando gli abiti all’aria cosa che non aveva mai fatto. Poi improvvisamente decise di aprire il cassetto del comodino di Franco, cosa che non aveva mia fatto.. Biglietti da visita, qualche vecchia tessera di discoteche, due adesivi elettorali datati e qualche vecchia lira in metallo. Il solito confusionario pensò e sorrise pensando all’amato. Poi aprì il secondo cassetto e trovò un piccola agendina nera con un elastico verde che serviva per chiuderla. Ora era incuriosita e l’aprì. Dentro c’era una fototessera del dott. Lavera, ed uno strana frase… azan massawa edochie aloi…poi nelle ultime pagine cinquecento euro in pezzi da cento. Rosaria era basita, perché una foto di Lavera ? e che significava quella frase ? voleva chiamare il fratello di Franco, ma il suo istinto la invitava a non rivolgersi alla famiglia di Franco; chi poteva aiutarla ? si decise a chiamare Guido il più vecchio amico di Franco, il quale dopo le solite frasi di circostanza fu ben felice di andare subito a casa di Rosaria. Infatti dopo circa venti minuti era già dietro alla porta e Rosaria lo fece accomodare in salone, poi andò a prendere l’agendina e gliela porse. Guido l’aprì, vide il contenuto. Il suo viso diventò subito serio e preoccupato..Guido mi spieghi ? mi sembra di capire che Tu puoi illuminarmi sul contenuto di quella agenda, o mi sbaglio ?…l’amico rimase in silenzio, poi la guardò in viso..Rosaria ma Franco Ti ha mai raccontato il nostro viaggio in Turchia?..quello fatto dopo il diploma vero ?..certo proprio quello !!..mi ha detto che fu goliardico e divertente e fu lì che provò a fumare uno spinello e si sentì male…Ti ha raccontato solo quello?..si perché c’è altro?…Si c’è altro. L’ultima sera Franco non riusciva a dormire e mi chiese di andare a fare due passi. Andammo in un bar, poi lui fu attratto da una ragazza forse di etnia rom che lo guardava e sai che lui si credeva un don giovanni…beh si parlarono d andarono via dal bar lasciandomi solo come un cretino. Io tornai in albergo , ma ero preoccupato per lui, anche perché la mattina dopo dovevamo prendere l’aereo per tornare in Italia. Verso le quattro sento l’ascensore al piano, esco dalla stanza e lo trovo dirigersi verso la sua stanza con una faccia ebete e felice, pensi che aveva scopato e li chiesi come era andata con tipa. Lui mi gaurdò e mi disse quella frase che hai letto, poi aprì la porta della sua stanza ed il giorno dopo non ricordava più nulla. Io non ho mai insistito, ma ora quella frase e la foto di Lavera mi inquietano. Io chiamerei la polizia.
Alle 16.30 l’Ispettore Lavermicocca ricevette la telefonata di Desiderata…Rocco allora facciamo il punto della situazione ? ceni da me stasera?…Ci sono novità dottoressa, Nicodemo di Mignach è stato ucciso in casa sua e i sospetti cadono tutti su Dorotea degli Alimeni che è scomparsa..Sempre belle notizie, la stampa ed il Questore sono stati informati?…La stampa no, ma il Questore lo sarà a breve e meno male che con me c’è il suo ex amico Michele…Non me lo fare vedere per cortesia..neanche lui la vuole vedere…Beh bello ci vediamo o no? Ti aspetto alle 20.00 a casa senza Michele e senza mutande…Questa era veramente ninfomane. Poi chiamò Tonino Mezzaserranda che lo aspettava alle 19.30 presso l’enoteca Valerio a Poggiofranco. Che vita di merda pensò sempre in giro, sempre in mezzo ai cadaveri. Poi chiamò anche Michele…Allora Ispettore le carte del povero Nicodemo mi sono permesso di portarle con me, stasera passerò la notte a leggerle e spero di darti qualche informazione per trovare quella puttana assassina, e Tu?…Ceno con Desiderata per fare il punto della situazione.. che culo beato Te..quella ti svuota fratello caro e secondo me non vale niente almeno dal punto di vista lavorativo, poi a letto non mi interessa..Michele aveva ragione da vendere, quella ninfomane di P.M. voleva solo scoparselo a morte e basta e disse che se riusciva a liberarsi di quella lo avrebbe raggiunto.
Lorenzo tornò a casa soddisfatto dal colloquio, ma pensò che questa sua felictà non poteva dividerla con nessuno e ciò lo intristì parecchio. Parcheggiò la macchina e si diresse al supermercato, almeno il caffè, il latte ed un pezzo di carne da ingurgitare in serata..Arrivato all’entrata del supermercato si fermò, che tristezza cenare da solo quando hai avuto un gran bel posto di lavoro con i tempi attuali e quindi si girò per ritornare alla macchina. Infatti voleva dirigersi verso un ristorante di lusso e cenare alla grande anche da solo. Arrivata all’autovettura vide uscire da una macchina una signora sulla quarantina, dai lunghi capelli lisci e biondi, molto bella e dalla pelle bianca come alabastro che facevano risplendere due occhi azzurri come il cielo. Lorenzo rimase di stucco e completamente immobile. La signora notò questa statua umana sul marciapiede e si avvicinò…Mi scusi si sente bene?…Lorenzo la guardò da vicino ed il suo cuore iniziò a battere forte..signora mi scusi, ma è colpa sua..lei è per caso un angelo?…la signora sorrise compiaciuta dal complimento e accennò ad una risata. I loro occhi si incrociarono più volte in quei secondi, ma Lorenzo ruppe il silenzio..Guardi oggi ho sono stato assunto ad un incarico prestigioso ma non ho nessuno con cui festeggiare, potrei avere l’onore di portarla a cena? Mi chiamo Lorenzo Insalata. La signora lo guardò meglio, poi…La ringrazio per i complimenti, ma ora sono impegnata. Domani sera alle 20.00 qui e verrò a cena con lei. Mi chiamo Maria Orsic, a domani. La signora si allontanò e si diresse però verso il portone di casa di Lorenzo…Maria vieni nel mio palazzo?..devo fare le condoglianze alla signora Lavera..certo ti apro il portone, terzo paino, io abito al quarto..Nell’ascensore Lorenzo assaporò il profumo di Maria che era celestiale e pensò che l’indomani sarebbe stata una cena stupenda. Lui la salutò con un baciamano d’altri tempi e lei regalò un bel sorriso a quell’uomo educato. Riuscì solo a sentire la porta di casa Lavera aprirsi ed il saluto della vedova. Maria entrò e ne uscì due ore dopo con un pacchetto e la sicurezza che la vedova Lavera aveva raggiunto il marito, dato che il compito di Maria Orsic era quello di prendere qualcosa da quella casa ed eliminare qualsiasi collegamento tra lei e la famiglia Lavera; stava per riprendere l’ascensore quando si ricordò del signore del quarto piano. Prese le scale e bussò a Lorenzo. Lui era in cucina a pulire dopo che aveva cenato ed aprì rimanendo stupito da vedere l’angelo conosciuto due ore prima. Lei rimase sull’uscio, sorrise e aprendo la mano la mise sulla fronte di Lorenzo…dimenticami di me….
Michele aveva passato veramente una brutta giornata dato ch la morte dell’amico Nicodemo lo aveva stravolto. In studio aveva fatto poco o niente e si era ritirato a casa con la precisa volontà di trovare nelle carte prese dalla scrivania di Nicodemo qualche informazione che aveva determinato l’omicidio dell’amico. Mise in ordine la sua scrivania, aprì una delle due bottiglie di Sherry di Massandra, 1775 regalate proprio da Nicodemo e si sedette per leggere. Nicodemo aveva scritto in parte il suo albero genealogico, ma aveva sottolineato il nome di Guiscardo de Mignach, il Barone Nero. La scrittura di Nicodemo era ben leggibile e quindi iniziò avidamente a leggere. Giuscardo aveva vissuto in giovinezza proprio nel palazzo baronale di Valenzano, ma poi per spirito di avventura ed aumentare la ricchezza della famiglia era partito. Qui Nicodemo scrive tre località..Atene- Costantinopoli- Sinai. Che strano viaggio per quei tempi pensò Michele. Gli appunti continuavano con riferimenti a libri strani mai sentiti da Michele che comunque era un vero erudito, fin quando Nicodemo sottolinea Sinai e Mar Rosso e con una freccia all’insù sulla punta scrive Bari. Ci sono poi una serie di punti interrogativi e poi tra parentesi scritto famiglia Dottula. Michele ricordava che la nobile famiglia Dottula è una delle più antiche di Bari introdotta in questa città ai tempi di Carlo Magno e di Costantino, figlio di Leone imperatore d’oriente. Fu allora che un certo Giovanni Dottula, patrizio e primate di Costantinopoli, fu mandato dall’imperatore per riscuotere come suo vicario le contribuzioni delle Province d’Italia, dovute al greco impero. Nicodemo poi scrive tre concetti, ovvero MAGIA- POTENZA- DENARO. Infine vi è il racconto del ritorno di Guiscardo a casa, della enorme quantità di denaro riportata dai suoi viaggi e del fatto ch si rinchiuse in una magione vicino Mola di Bari da cui usciva pochissimo e per tale motivo circolarono voci strane e maledette su di lui. Poi ci sono delle frasi interrogative: quanto visse ? cosa scoprì ? ebbe sicuramente due figli, un maschio che continuò la discendenza ed una femmina che Nicodemo identificava come Annunziata de Mignach andata in sposa a Niccolò degli Alfaraniti, altra nobile famiglia barese. Poi due frasi in grassetto scritte a centro pagina, famiglia dottula e leggende del Sinai. Tutto qui pensò Michele, ma era evidente che il lavoro di Nicodemo era ancora in corso e forse toccava proprio a lui portarlo a termine. Era il caso di chiamare l’Ispettore? Era il caso di nascondere questi appunti? La meravigliosa bottiglia di sherry era quasi a metà e la stanchezza stava per prendere il sopravvento, quando squillò il suo cellulare; forse era l’Ispettore che si era liberato della porcona ? Buonasera l’Avv. Michele?..certo con chi parlo mi scusi…dato che l’accento era francese…Mi scusi l’orario, ma lei era il miglior amico di Nicodemo de Mignach? Sono quasi dieci ore che lo cerco e avevo l’appunto che Se non lo trovavo dovevo chiamare lei..si sono io, ma lei chi è? Certo sono un suo collega Luis Tiganà da Parigi, legale del socio di minoranza della s.p.a. Antiquè.. Certo il sig. Auguste de Blois ricordo, mi dica?
CAPITOLO VIII
L’enoteca Valerio era un posto di ritrovo di nullafacenti, ultras con il daspo, ubriaconi di vari ceti sociali. L’Ispettore arrivò puntuale e dovette offrire la birra ad alcune vecchie conoscenze da stadio e di curva che ormai invecchiavano lì. Mezzaserranda arrivò trafelato come al solito. I due con il peroncino in mano si allontanarono quel tanto per non essere ascoltati dagli altri avventori. Ispettore quell’arma non è roba di qui, nessuna la mai usata e comprata..Mezza e roba di fuori?..Eh certo, anche perché qui sono tutti incazzati non si spara in centro così, rovina gli affari…Si sono informati per caso?…Ispettò e mica è la polizia…certo stanno verificando alcune situazioni ed anzi le devo riferire che vogliono che questa storia finisca presto….Loro!! e certo!! Beh allora riferisce che voglio essere informato personalmente..ok?..certo Ispettò… Pure la malavita brancolava nel buio e, pertanto, la situazione ora era sempre più difficile.
Verso le 23.00 Paolo smise di studiare, ormai non riusciva più a memorizzare granchè, andò in cucina bevve dell’acqua e subito un tarlo gli entrò nel cervello, ovvero chiamare Miriam. Quella ragazza l’aveva colpito per il viso dolce e sensuale, per modi gentili e per quel sorriso meraviglioso. Inviò un timido sms (sei sveglia? Sono Paolo..) e lei rispose con un sorriso a mezzo emoticon. La telefonata fu susseguente e verso le 2.00 i due erano ancora al telefono, scambiandosi idee sui loro gusti musicali, gli hobby, le amicizie, i films preferiti. Si lasciarono con un nuovo appuntamento telefonico, dopo il lavoro di lei.
Alessandro, dopo che l’amico Gianni era partito con Franca, era riuscito a fuggire dalle grinfie di quella zoccolona di Ilaria rifugiandosi in casa. Dopo aver passato l’intero pomeriggio a fumare erba, ormai rincitrullito si era diretto sotto la doccia per riprendersi. Di lì a poco scoprì con profondo dolore di aver finito le sigarette e, pertanto, si mise un jeans un maglione di cashimire e scese le scale per andare al distributore di sigarette più vicino. Al piano di sotto, in attesa dell’ascensore, vi era una stupenda donna bionda, alta e con due occhi viola che lo colpirono particolarmente. Un breve cenno educato di saluto e continuò la discesa. Fuori dal portone notò un donna con una capigliatura lunga a coda di cavallo, anch’essa molto bella, dirigersi verso una autovettura e pensò tra se che mai c’erano state tante belle donne dalle parti di casa sua. Arrivato al distributore di sigarette, acquistò due pacchetti onde evitare nuove discese e iniziò a rientrare verso casa. Anche la bionda del piano di sotto stava per rientrare e Alessandro fu molto cortese nell’aprirle il portone. I loro sguardi si incrociarono più volte in un silenzio quasi irreale, poi fu lei a parlare…Fumi molta erba? I tuoi vestiti emanano questo odore…Alessandro era imbarazzato da una parte, ma la naturalezza della domanda sicuramente non celava astio o rimprovero..Oggi in effetti ho esagerato, la disturba?…assolutamente no, la fuma da solo?..se non le sembro troppo sfacciato potrei invitarla a fumarla da me…con piacere..Io mi chiamo Alessandro..Io Dorotea….bel nome. Arrivò l’ascensore ed entrambi si diressero a casa di Alessandro. Alessandro offrì subito da bere all’avvente signora, poi preparò con sopraffina maestria una canna di erba che porse a Dorotea che felice l’accese. Fumata la prima, fumata la seconda, Dorotea chiese della musica tipo Buddha bar di sottofondo, poi si rivolse ad Alessandro…Mi sono proprio divertita, era una Jack 47 , ma per concludere la serata vatti a fare una doccia che Ti insegno a scopare…il ragazzo rimase basito rispetto all’affermazione di Dorotea, ma conscio che la serata si sarebbe conclusa degnamente si diresse verso il bagno.
Rosaria dopo che Guido era andato via rimase da solo con questa nuova fase della vita del suo compagno ormai deceduto. Invero chiamare la Polizia non era sbagliato, forse Franco non era morto per un infarto, ma per paura. Ma di cosa? Questa nuova questione e la situazione di solitudine che non aveva mai provato prima, le crearono una certa angoscia. Le quindi gocce di En furono la sua salvezza e crollò nel sonno.
Annamaria aveva passato il pomeriggio tra il lavoro e la ricerca per il vestito da indossare alla festa di Giulia. Voleva che quella festa diventasse un punto di svolta per una vita che negli ultimi tempi aveva avuto delle deblace non lavorative, ma personali. Il desiderio di fare sesso con uomini più giovani era esattamente il contrario dei desideri delle sue amiche, che tutta al più speravano nel secondo figlio. Per fortuna aveva trovato il vestito, aveva prenotato sia il parrucchiere che la ceretta inguinale e, pertanto, ora si distese sul divano soddisfatta di aver organizzato il tutto. Ruppe il silenzio la telefonata di Rita…Anny amore tutto ok? Sei pronta per la festa di Giulia?…Ciao Tesoro, tutto ok, certo che sono pronta e tu?…anche io ho comprato il vestito da Mimma Ninnananni, forse un po’ scollato, ma ho ancora due tette naturali…Rita ma se mi chiami a quest’ora hai messo a dormire figli e marito?…eh certo bella mia..i ragazzi erano stanchi dopo essere andati a basket e Luigi era stanco e si è addormentato a letto leggendo…serata porno eh?….eh cara Tu sei ancora free, noi dobbiamo inventarci il sesso ogni volta e sempre con la stessa persona…Rita bella tu non tradiresti Luigi neanche se venisse Gabriel Garko…e no!! Da Garko mi farei trombare davanti e da dietro…….hai capito la porcellina sposata…Annamaria parliamo di cose serie: con chi vieni alla festa?….e con chi devo venire? Da sola tesoro, ma spero di tornare accompagnata…così mi piaci Anny..ci vediamo alla festa…Eh si la festa di Giulia diventava importante più delle autopsie e delle domande sugli omicidi.
L’Ispettore alla decima telefonata di Desiderata fu costretto a rispondere…Non posso venire ho ancora da fare scusami….Sei diventato frocio? Ti avevo preparato una specialità siciliana e poi tanto sesso…Devo prima finire delle cose non vorrei fare tardi…Vieni anche tardi io Ti aspetto..Per il momento aveva evitato il problema P.M. e senza indugio si diresse verso casa di Michele, il quale relazionò in merito alla carte di Nicodemo e la telefonata dell’avv. Tiganà. Le cose non procedevano bene, la malavita brancolava nel buio, Dorotea era scomparsa, Maria era sorvegliata e delle due morti Lavera- Navarra nessuna buona nuova. Michele notò la depressione dell’amico e gli offrì un bicchiere di sherry; perché Dorotea aveva ucciso Nicodemo? Perché quel duplice omicidio in Corso Vittorio Emanuele? Perché Lavera e Navarra erano morti lo stesso giorno? Cosa altro doveva succedere? Salutò Michele e si diresse verso casa di Desiderata pensando che mangiare e sesso avrebbero allontanato l’angoscia che lo attanagliava.
Miriam arrivò con un po’ di anticipo a casa di Alessandro, anche perché voleva verso le 12.30 vedere Paolo e prendere un aperitivo con lui. Appena entrata sentì uno strano odore, ma pensò che era l’erba che fumava Alessandro. Si diresse prima in cucina, dove era tutto in ordine e poi in salone; lì l’odore era maggior e le ricordava qualcosa. Portò in cucina i bicchieri, li pulì e li mise ad asciugare. Rassettò il salone ma notò che l’odore aumentava più si ci avvicinava alla camera di Alessandro; la porta era socchiusa e dentro regnava il buio. Fu lì che Miriam ricordò dove aveva già sentito quell’odore, ovvero al suo villaggio una notte che dovette correre al pozzo perché il padre stava male e bisogna farli degli impacci. Arrivata al pozzo una vecchia vicina l’aveva fermata (Lilith è tornata non prendere l’acqua..) e lei si dovette accontentare dell’acqua in precedenza raccolta dalla vecchia. Lilith da Alessandro ? non era mai entrata nella stanza di Alessandro quando lui dormiva, sia per pudicizia sia per rispetto nei confronti del datore di lavoro., ma stavolta fece forza su se stessa ed aprì la porta. Alessandro era disteso nudo a pancia in giù e russava beatamente. L’odore era fortissimo e dopo aver visto che non c’era nessun altro nella stanza ne uscì. Doveva chiamare Padre Mosè, il quale si impressionò moltissimo e disse che l’avrebbe raggiunta. Rischiava di perdere il posto, ma non era mai successo nulla di simile. Padre Mosè arrivò dopo una ora, giusto in tempo che Miriam finisse di fare ogni servizio possibile in quella casa. Anche il prete sentì quell’odore e chiese se poteva parlare con Alessandro, il quale sentendo dialogare in casa propria prima si svegliò, si mise un jeans ed una maglietta ed andò in cucina. Miriam era molto imbarazzata nel fare le presentazioni ed anche Alessandro nel ricevere in casa sua un prete. Padre Mosè fu diretto..Mi scusi la domanda signor Alessandro, ma ieri sera qui c è stata una donna?…Si padre perché?…Ma lei non sente uno strano odore pervadere questa casa?…Padre sinceramente no…mi scusi ancora ma lei già conosceva questa donna?…Padre per rispetto nei confronti di Miriam non le ho chiesto della sua presenza in casa mia, ma ora sia chiaro ed esplicito, altrimenti la devo mandare via….Allora signor Alessandro io e Miriam percepiamo in questa casa un odore particolare che per noi ha ricordi demoniaci….Padre io capisco che lei non approvi il sesso fuori dal matrimonio, ma demoniaco mi pare eccessivo non crede e poi era bionda, alta, bella..ha notato qualcosa di particolare in quella donna? È la mia ultima domanda le giuro…beh certo era decisa, determinata e poi aveva degli occhi meravigliosi, viola…le facce di Miriam e Padre Mosè diventarono subito molto serie e contratte, tanto che Alessandro disse..non ho detto nulla di volgare vero Miriam?..Miriam lo guardò negli occhi..signor Alessandro mi scusi non sono mai stata ficcanaso e credo di aver sempre lavorato bene, ma ora devo chiederlo, dove ha conosciuto questa donna?…Alessandro sorrise…abita in questo palazzo….contemporaneamente sia Miriam che Padre Mosè si fecero il segno della croce e subito Padre Mosè si scusò del disturbo ed andò via. Alessandro dopo un primo momento di imbarazzo, chiese a Miriam di farli una spremuta d’arancia ed andò a farsi una doccia.
La signora Lina visto che la sua amica la vedova Lavera non apriva anche se lei continuava a suonare, prese le chiavi che la sua amica le aveva dato la mattina del ritrovamento del cadavere del marito ed entrò. Trovò l’amica morta sul divano, ma il suo viso era sereno, ma ritornò sul pianerottolo e gridò aiuto. Fu Lorenzo il primo ad arrivare e calmò la signora Lina, poi telefonò alla figlia Annalisa che stava tornando a casa già per la morte del padre e chiamò la Polizia. L’Ispettore e la Latorre ovviamente arrivarono insieme unitamente al medico legale, il quale constatò che la signora era morta naturalmente, forse per il dolore della scomparsa del marito. La P.M. ne approfittò per fare un giro della casa, si affacciò alla finestra della camera da letto, ma la colpì anche colui che aveva chiamato la polizia, tale Lorenzo. Quest’ultimo dopo le formalità di rito, prese la propria autovettura e si diresse verso Tecnopolis. Iniziò così la sua giornata di lavoro.
Paolo fu chiamato da Miriam che li chiese di aspettarla fuori dal portone. Appena sotto il portone, il ragazzo pensò che erano due giorni che non sentiva Carlo e citofonò. Nessuno rispose e ciò sembrò strano dato che era sempre a casa a scrivere e/o studiare qualche particolare ozioso della storia. Miriam scese con una faccia sconvolta che destò la curiosità del ragazzo. Questo palazzo ora è maledetto, ho paura..ed abbracciò Paolo, il quale da una parte era felice per questo gesto di fiducia ed affetto, ma dall’altra rimase turbato. Se ciò ti può calmare anche dall’altra parte della strada le cose non vanno meglio. Stamane è stata trovata morta in casa la povera moglie del dott. Lavera; morta di crepacuore per essere rimasta sola. Era una brava donna. Intanto anche le volanti sotto casa di Lavera stavano andando via e salendo sul motore di Miriam disse…Troppi morti, troppe cose strane stanno succedendo da questi parti; prima era un posto tranquillo. I due si allontanarono sul motore dirette verso n’derr’a la lanze a prendere un perocino ristoratore.
CAPITOLO IX
Dorotea uscì molto presto da casa di Carlo, il sole inondava le strade e il profumo di cornetti ormai aveva preso il sopravvento nelle strade, chiamò un taxi che arrivò in pochi minuti ed andò via, lasciando Carlo a dormire ancora per un paio d’ore e Alessandro colpito e turbato dall’incontro con Miriam ed il prete. Il taxi lasciò la donna in Corso Vittorio Emanuele all’altezza di Piazza Chiurlia e Lei si diresse verso il borgo antico.