di Samanta Leila Macchiarola

Siamo o ci sentiamo ambientalisti? Quanto, esserlo, è una moda, quanto,  un serio e coerente impegno?

E come coniugare tale impegno con le oggettive difficoltà di un mondo sempre più complesso e contraddittorio? Tempestati come siamo dall’onda dei recenti dibattiti mediatici, dalle manifestazioni di piazza, dai suggerimenti del mondo ecologista cerchiamo di dare il nostro contributo a favore dell’ambiente, della natura e della sua salvaguardia.

Cerchiamo la bellezza dei paesaggi, dei luoghi ancora incontaminati o che ci appaiono tali, cerchiamo dimensioni in cui la nostra terra ci appare in quella edenica e ancestrale dimensione che abbiamo la consapevolezza di aver perso da tempo, ma che nostalgicamente ricerchiamo.

Pur nella consapevolezza, siamo catturati da quella magia.

È la magia di certi luoghi, fatti di odori e suoni, di luci e di ombre…luci e ombre di cui alcuni sanno essere  affascinanti narratori, consentendo, a chi già  le conosce, di riassaporarle e, a chi non ne abbia avuto l’opportunità, di coglierne tutto il sapore.

Perché raccontare un luogo è condurre il lettore in un viaggio, proprio come sa fare, con uno stile tutto suo, fiabesco e generoso, Lucia Tancredi nell’ ultimo libro Gargano negli occhi (ev. Casa Editrice 2019).  Nata in provincia di Foggia a San Marco in Lamis nel 1963, vive a Macerata dove insegna letteratura italiana e latina. L’ho incontrata un mese fa alla presentazione del libro, nella mia città, San Severo. Casualmente, direi, presso un accogliente locale del nostro centro storico, il  2.0 Caffè tra le Righe Spazio Off.  La vista dei campanili che si gode da via Angelo Fraccacreta, la piacevole serata ancora estiva e la curiosità  hanno fatto da cornice ad un viaggio attraverso quei luoghi del Gargano, a me ben noti, che la scrittrice  ha ripercorso, incantandomi con la sua parola. Una breve sosta è diventata una sorprendente serata. La bellezza dei luoghi narrati mi ha catturato…

Tra questi, la Foresta Umbra descritta nella sua esuberante bellezza autunnale, locus amoenus, “…mappa antichissima di terra…, in cui gli alberi..”, slanciandosi verso altissime vette, hanno creato ” …un tessuto talmente tramato che nel sottoprofondo è rimasto un buio subacqueo…Un silenzio che è come stare dentro un altro mondo…”. Un mondo a parte, di “foreste ombrose e tremebonde”, a cui l’uomo “con furia sistematica”, in epoche ben lontane dalle battaglie ambientaliste, non ha risparmiato il destino di un indiscriminato disboscamento denunciato,come ci racconta la Tancredi, da Michelangelo Manicone, nato a Vico del Gargano nel 1745, illuminista e naturalista francescano. Di questa foresta il libro ci racconta la storia e non solo.

All’interno di un più ampio viaggio tra le  numerose e sorprendenti località del Gargano, definito in modo singolare come “…una vertebra staccata d’Appennino, l’isola flottante in mezzo a una terra brada…”, la foresta Umbra è l’occasione per una passeggiata botanica in una natura incontaminata, un ritorno alle origini della vita, del mondo, della propria esistenza. Ed ecco che il faggio, il cerro, il farnetto, il carpino bianco, l’abete, il pino d’Aleppo offrono in autunno “…lo spettacolo del foliage, le cinquanta sfumature di verde che trascolorano in almeno dieci varianti di rosso…”. A leggere il libro viene voglia di andarci…Nel giro di poche pagine scopriamo che il Gargano accoglie, in un tripudio di biodiversità,  ben novanta specie di orchidee, delicati fiori “della stessa vaghezza delle farfalle” e i  ciclamini dai “petali a cuore” , senza contare  la sua fauna ,  i suoi funghi e il lago intorno al quale essa “…pare una cattedrale immensa…”. Questo, solo un assaggio del libro.

E se vi ho incuriosito, continuate a viaggiare tra le sue pagine e fermatevi a visitare, accompagnati dalla scrittrice, gli altri luoghi narrati, piccoli e grandi paesi del Gargano di cui vengono svelati segreti, bellezze naturali e non, tradizioni religiose e pagane ed una storia che rende fieri i suoi abitanti, troppo spesso confusi e identificati con vicende, ahimè, ben diverse da quelle del suo antico e illustre passato…poi, se vi va o ne avete l’occasione, andateci o ritornate a visitarli.

Di sicuro, da qualche parte, vi sembrerà di “avere” il Gargano negli occhi

1 thought on “Foresta Umbra, cattedrale della natura

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