Poster mostra di Leonildo Bocchino Bari

 

 

di Enzo Varricchio

 

“Un mezzo per influenzare direttamente l’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martello. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima”.

Vasilij Vasil’evič Kandinskij

 

Leonildo Bocchino ama le sfide, spinge la sua pittura verso territori inesplorati: l’archeologia, nel ciclo dedicato all’antico popolo dei Sanniti, l’eco-antropologia in “Genius loci”, l’opera lirica in quest’ultima produzione di “La Traviata a colori” dedicata al capolavoro verdiano.

Fu Kandinsky il primo a ritrovare l’armoniosa corrispondenza matematica tra le sette note e i sette colori dell’iride, realizzando opere astratte a partire dagli elementi base di linee, punti e forme geometriche. LEONILDO, grazie al suo talento figurativo, completa l’interazione biunivoca tra le due arti, mettendo definitivamente la musica in pittura e la pittura in musica.

Sinestesia è vedere colori in ogni cosa: nelle lettere, nei numeri, negli odori, e anche nella musica…

LEONILDO appartiene alla genìa di artisti capaci di rifondare un senso, di dimostrare che la pittura non è morta ma più viva e vitale che mai come mezzo per cogliere l’ineffabile, per catturare l’essenza delle cose. E così, nei quadri che compongono le sestine degli atti, è possibile intendere il flusso dei colori come uno stream of consciousness, un travaglio interiore che avvicina il pittore alla poesia, anch’essa arte numerica e musicale. Seguendo il libretto dell’opera, il suo quid letterario, la fusione sinestetica tra le arti è totale: poesia musicata – musica dipinta.

Che dire di Verdi e dei suoi Violetta, Alfredo, Gastone? Ne escono ammodernati e scenograficamente arricchiti. “La Traviata a colori” di LEONILDO non è una cover della celeberrima verdiana ma, se la fortuna arriderà anche al pittore come arrise al compositore, potrà diventarne un legittimo complemento, una sua iconografia contemporanea.

Or dunque, accendiamo l’apparecchio stereofonico, meglio se in cuffia, rammentiamo il testo del drammatico amore parigino più rappresentato nei teatri del mondo e tuffiamoci nella tempesta sentimentale e cromatica, nel dinamismo futurista dell’ascolto pittorico!

 

 

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