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di Manuela Latrofa

psicologa

 

Quando si parla del Sud sembrano coesistere due realtà opposte: la bellezza dei luoghi incontaminati, il cibo senza eguali e i prezzi low e una realtà fatta di mancanza di lavoro e di opportunità a livello esperienziale.

L’intento non è qui fare un inno al Meridione, che poi mi verrebbe da chiedere, ma meridione rispetto a chi? Ma smontare in qualche modo una credenza autolimitante che giustifica l’inerzia e che appartiene soprattutto a noi, si a noi del Sud!

Siamo nell’era del BIO, del cibo a km zero, della cosmesi con prodotti naturali, delle vacanze benessere per ridurre lo stress, delle targhe alterne per l’incalzare dello smog, del rispolvero di tradizioni antiche culinarie e artistiche, delle masserie didattiche, degli orti cittadini, delle passeggiate a cavallo, del cicloturismo e chi più ne ha più ne metta…ma ci sentiamo ancora dei Meridionali emarginati dall’urbe?

tutte queste caratteristiche ricercate dal resto del mondo attraverso esportazioni, viaggi, investimenti, sono presenti proprio qui, al Sud e riconosciute con il termine LUSSO.

E allora cosa ci porta ancora a pensarci “meridionali” con quell’accezione negativa che nulla ha a che fare con la posizione geografica?

Gli unici rimasti a non credere nel valore e nel potere economico e sociale di cui disponiamo, siamo noi stessi. Ancora in quell’atteggiamento di attesa che qualcun altro ci riconosca quel potenziale che già ci appartiene e che per fortuna o per bravura siamo stati in grado di conservare.

Fuori dalle generalizzazioni, ci sono persone del luogo che ci hanno creduto e ci credono ed hanno investito, ma ce ne sono molte ancora con la sindrome “dell’Erba del vicino è sempre più verde” che potrebbero realizzare tutto il potenziale di questo SUD che ormai è il CENTRO della qualità.

 

Ad esempio a me piace il Sud – Rino Gaetano
Ad esempio a me piace la strada
Col verde bruciato, magari sul tardi
Macchie più scure senza rugiada
Coi fichi d’India e le spine dei cardi
Ad esempio a me piace vedere
La donna nel nero del lutto di sempre
Sulla sua soglia tutte le sere
Che aspetta il marito che torna dai campi
Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
Se mai qualcuno capirà
Sarà senz’altro un altro come me
Ad esempio a me piace rubare
Le pere mature sui rami se ho fame
Ma quando bevo sono pronto a pagare
L’acqua, che in quella terra e’ più del pane
Camminare con quel contadino
Che forse fa la stessa mia strada
Parlare dell’uva, parlare del vino
Che ancora è un lusso per lui che lo fa
Ma come fare non so
Sì devo dirlo ma a chi
Se mai qualcuno capirà
Sarà senz’altro un altro come me
Ad esempio a me piace per gioco
Tirar dei calci ad una zolla di terra
Passarla a dei bimbi che intorno al fuoco
Cantano giocano e fanno la guerra
Poi mi piace scoprire lontano
Il mare se il cielo è all’imbrunire
Seguire la luce di alcune lampare
E raggiunta la spiaggia mi piace dormire
Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
Se mai qualcuno capirà
Sarà senz’altro un altro come me

 

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