Salvatore Renna, classe ’92,  nato a Gravina in Puglia è l’autore del libro “Giudice Ragazzino”.
Lo abbiamo intervistato in occasione della presentazione del suo romanzo illustrato svoltosi a Bari presso la Mediateca Regionale Pugliese lo scorso 23 gennaio.
Laureato in Conservazione e Gestione dei Beni Culturali è attualmente laureando in Management dei Beni Culturali all’università di Macerata.

A soli 27 anni ha già realizzato il suo secondo romanzo illustrato, completamente auto prodotto, ispirato questa volta alla storia del magistrato siciliano ucciso dalla mafia agrigentina, Rosario Angelo Livatino.
L’idea nasce dal progetto di ricerca sulle arti figurative da lui ideato, di nome “Ad Maiora; un’arte per raccontare l’Italia”, promosso dal MiBAC (Ministero per i beni e le attività culturali).

Attraverso un viaggio per la penisola in tutte le sue regioni, Salvatore è partito alla scoperta dei sobborghi urbani per conoscerne vincoli e opportunità. Ha voluto esplorare i territori periferici al fine di comprendere i fenomeni di macro e micro criminalità e poter spiegare attraverso nuovi modi, diversi dall’inchiesta, le cause che determinano la nascita di territori ghettizzati che il più delle volte vengono lasciati ai margini della società.

Il fenomeno mafioso e tutti i comportamenti che inglobano e sposano la mentalità dell’illegalità o che manifestano profili facilmente riconducibili a soprusi ingiusti, soprattutto tra i più giovani, vanno non solo riconosciuti, spiegati ed evitati, ma anche compresi. Questo l’ obiettivo del romanzo. Scavare nelle ragioni che rendono facile il diffondersi di fenomeni criminosi, specialmente in contesti sociali più vulnerabili.

Nel libro, l’autore descrive la mafia come una malattia  e il giudice come un medico, realizzando in maniera ancor più efficace la sua funzione pedagogica e didattica.
Salvatore ha già presentato il romanzo in diverse parti d’Italia ed in moltissime scuole, tanto da aver deciso di destinare parte dei proventi del libro, attualmente in vendita su Amazon, per istituire una borsa di studio, che sarà consegnata in occasione della cerimonia che avrà luogo a settembre 2019 per il premio internazionale “Livatino – Saetta – Cosa” e che sarà destinata all’istituto vincitore tra quelli che avranno aderito all’iniziativa “Archivio della legalità”.

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