Ph. http://washingtonreianetwork.com/2018/09/11/stop-real-estate-marketing-like-its-the-80s-dude/

di Enzo Varricchio
 
Novembre, mese di intimità e di malinconie.
Ed eccoci qui con il nostro N. 3: HOTTANTA NOSTALGIA.
Gli anni 80 son tornati da un poe ora sono di moda anche nella low culture.
E noi non riusciamo a fare a meno di ficcare il naso tra le tendenze, le manie e i citazionismi di quest’era postmoderna, posthuman, “postTutto”.
Dopo la moda per l’Oriente del N. 2 –  http://www.scriptamoment.it/category/numero-2/   -, investighiamo il revival Ottanta con tutto il suo carico di frustrazioni insoddisfatte del presente; un presente che, nella sua impalpabilità politica, morale ed estetica, riesce persino a farci rimpiangere quei controversi anni, come ci fa desiderare di evadere in un superficiale e patinato orientalismo.
Prova ne sia che molti fan di quell’epoca  (tra i quali diversi estensori dei nostri articoli) sono nati dopo o erano troppo piccoli per rimpiangerla. Vedi “Amarcord ma non ricord”, articolo di chiusura di Rocco Lombardi.
E allora perché questa nostalgia di qualcosa che non si è mai provato?
E’ la “retrotopia” di Bauman, quell’ansia di vagheggiare  un’età dell’oro storicamente mai esistita.
Il futuro è finito, evviva il passato!
Questi flashback periodici (prima i ’60, poi i ’70 , ora gli ’80 e stanno già tornando i ’90) sono ovviamente sfruttati dai manipolatori di masse per incanalare gusti e consumi, sicché gli Ottanta, se non hanno ruggito allora, ruggiscono meglio ora…
Comunque, a prescindere dal giudizio finale su quell’epoca, questo numero esprime  bene le diverse sfaccettature culturali del periodo.
GLI ARTICOLI:
Saverio Regano,
conduttore radiofonico maniaco di quei tempi, non ha dubbi: “Un decennio evolutivo! Un cambio di “casacca” audace ed epocale al tempo stesso”.
La nostra psicologa Manuela Latrofa ci fa sapere che allora nacque una nuova concezione del Look che attiva la dinamica dello sguardo, del guardare e dell’essere guardati, che fu l’epoca dell’effimero, della fiducia nel futuro e della spensieratezza.
Maria Federica Dimantova ed Ezio Cirone ci introducono per diverse vie nei meandri della musica e dei costumi di quegli anni. Per loro gli anni 80 sono il tutto e sono il nulla al contempo: “Era una decade in cui non esisteva lo stress. Tutto era semplice, innocuo”.
Eppure accadevano “Stranger Things” – ci ricorda la stessa Dimantova – come da omonima serie televisiva di straordinario successo. Le nuove generazioni sono facilitate. Non c’è più mistero, non si gioca più per strada, per questo i Millenials rimangono affascinati nel vedere quattro ragazzini avventurarsi di notte nel bosco vicino alla propria città.
Poi giù a narrare l’epopea con lo scrittore Flavio Andriani e gli (s)truggenti ricordi della sua Bari da bere, con l’Italia di Bearzot e i viaggi in “Inter rail” nei pezzi di Tiberio Valente e Giulia ReinaGiovanna Francesconi ci racconta gli oggetti dell’epoca visti attraverso gli occhi di un collezionista.
Enzo Mazzilli, filosofo del buon bere e boss dello SpeakEasy, ammette che fu Tom Cruise, nel film “Cocktail” del 1988, a far capire che si poteva acchiappare alla grande  le ragazze servendo loro da bere.
Sabrina Spallini, docente universitaria di economia aziendale, è una voce controcorrente. Per lei quegli anni furono stupidi e ci hanno rovinati. Tra i socialisti di Craxi e le TV private di Berlusconi, fu l’annullamento totale dei valori, la prima assunzione esplicita del binomio potere/danaro quale unico valore, il primato dell’apparire rispetto all’essere.
A proposito di economia, Canio Trione sostiene che gli Ottanta, con Reagan e la Thatcher, segnarono la fine del pensiero keynesiano, e probabilmente ha ragione.
Non posso citare tutti gli articoli ma ce n’è davvero per tutti i gusti.
Termino annunziando il terzo evento di SCRIPTA MOMENT, dopo l’inaugurazione al Fizz e Scripta Levante:
il 17 Novembre al Palazzo Ancaramus di Bitonto presenteremo questo terzo numero al pubblico in carne e ossa,  con un  concerto degli ZER80, la rock band che rievoca la musica di quegli irripetibili anni.
Così anche noi avremo contribuito alla diffusione del mito. 
Buona lettura. Buona scrittura a tutti.
Signore, dacci una cover quotidiana sotto cui mimetizzarci, visto che non siamo più capaci di essere originali.
PH: Manifesto del film La storia infinita (1984), diretto da Wolfgang Petersen e basato sull’omonimo romanzo di Michael Ende del 1979

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