Donald Fagen – The Nigthfly – 1981
Di Sandro Soglia
Ci sono dei dischi che nascono perfetti sin nei dettagli: questa copertina, impeccabile nel ritrarre un dj in uno studio radiofonico di altri tempi alle 4.10 del mattino; questo suono, levigato ed elaborato al limite della maniacalità, la prima incisione interamente in digitale per un album pop, talmente cristallina da poter essere utilizzata per testare gli impianti hi-fi; queste melodie, talmente “classiche” che potrebbero essere state composte in qualsiasi epoca.
Evocazione perfetta di una intera e ormai tramontata epoca di fruizione ed educazione musicale, un’epoca in cui Internet non riempiva ancora le nostre vite ed era prezioso per molti accostare per ore il proprio orecchio e il proprio cuore all’altoparlante della magica radio, magari a notte fonda, quando veniva lasciato spazio alla musica di qualità e avanguardia, presentata con discrezione e voglia di condivisione da “fratelli maggiori” in grado di scoperchiare menti e aprire mondi nuovi.
Donald Fagen aveva già fatto del perfezionismo una religione al fianco di Walter Becker negli “Steely Dan”, sempre abituato a setacciare i propri musicisti solo nei quartieri alti; anche stavolta non si smentisce, facendo collaborare Jeff Porcaro alla batteria, Michael e Randy Brecker ai fiati, Marcus Miller al basso, Larry Carlton alla chitarra.
“The Nightfly” è lo specchio delle fantasie di un ragazzo di periferia cresciuto nell’America degli anni ‘50 e ’60, e descrive l’anelito di libertà rappresentato dal jazz, l’ingenuo ottimismo per un futuro tecnologico, l’ansia derivante dalla Guerra Fredda, offrendo musicalmente un inconfondibile cocktail di jazz, pop, blues, funk e soul e un tocco sofisticato negli arrangiamenti, facendo scaturire un jazz-pop vellutato capace di colpire dritto al cuore.
Mitico il video di “New frontier”, con la sua ritmica in levare che ha fatto scuola, proposto così tante volte nel rimpianto “Mr. Fantasy” di Carlo Massarini.
A mio parere “The Nigthfly” è uno dei dischi migliori degli anni ’80…
