PH: dal film “La Papessa”,  di Sönke Wortmann, 2009. Wikipedia

di Enzo Varricchio

Potere alle donne, potere delle donne, anche in passato, persino nel non più oscuro Medioevo.

Il monastero di San Benedetto a Conversano
è un complesso conventuale situato nel centro storico, sorto a partire dal VI secolo e tuttora esistente, con un campanile barocco e una cupola la cui sommità è ricoperta di scintillanti maioliche bicrome di reminescenza moresca.
L’interno a tre navate conserva due tele di Paolo Domenico Finoglio (1590-1645), pittore manierista napoletano influenzato da Caravaggio, autore di dieci lunette raffiguranti i fondatori degli ordini religiosi nella Sala Capitolare della Certosa di San Martino a Napoli ma soprattutto dei teleri con scene della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso (realizzati nella corte conversanese di Giangirolamo II Acquaviva d’Aragona, detto il “Guercio delle Puglie”),  costituiscono il ciclo più importante del Seicento italiano dedicato al famoso poema tassesco e sono oggi custoditi nel castello conversanese).
Sotto la chiesa di San Benedetto è presente una cripta dell’XI secolo, dedicata a san Mauro, con due navate e archi a sesto tondo.
Il chiostro medievale, risalente ai secoli XI-XIII è di forma trapezoidale. In un capitello delle colonne binate che reggono il portico è scolpito un curioso esempio di labirinto, simbolo alquanto diffuso  tra i lapicidi del Romanico.
Nell’attiguo monastero che ospita la sede del museo civico archeologico sono tumulati il conte Giulio Antonio I e la moglie Isabella Filomarino.

PH: figurina di badessa mitrata

Le badesse mitrate
Ma la storia del monastero è sorprendente. Nel 1110, papa Pasquale I dispose che il convento sarebbe stato direttamente soggetto alla Santa Sede e concesse ai monaci benedettini il diritto di eleggere autonomamente il proprio abate. Nel 1266 papa Clemente IV affidò il monastero a un gruppo di monache cistercensi esuli dalla Grecia.
Nonostante fosse da allora occupato da un ordine religioso femminile, San Benedetto conservò le antiche prerogative e anzi papa Gregorio X permise alla badessa di poter indossare la mitra e impugnare il pastorale, insegne tipiche dei vescovi, confermandole la piena giurisdizione.

I più recenti studi hanno appurato che “le Abbadesse mitrate di san Benedetto in Conversano avevano giurisdizione episcopale sul loro feudo di Castellana Grotte ma mai su Conversano. L’ultimo saggio in materia e’ quello del prof. Antonio Fanizzi che si unisce al vecchio saggio del p. Giovanni Mongelli o.s.b. e alla tesi di d. Vincenzo Togati difesa presso il Pontificio Istituto di Teologia Ecumenica s. Nicola di Bari” (Pasquale Pirulli).
La straordinaria situazione, pressoché unica nella cristianità occidentale, fece coniare per le monache di San Benedetto la dizione di Monstrum Apuliae (“stupore di Puglia”).
La madre superiora deteneva anche l’eccezionale privilegio del baciamano da parte del clero maschile, che riceveva stando seduta sul  trono abbaziale.
Il campanile di San Benedetto fu costruito più alto di quello della cattedrale, ciò proprio per volontà delle virilissime suore, che in tal modo intendevano ribadire alla comunità il loro straordinario potere.

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